Di Crocco (Invesco): “Fondamentale cogliere le trasformazioni in atto nel Paese. Opportunità in Ricerca e Sviluppo, servizi sanitari e assistenza”
Con 135 miliardi di dollari di asset in gestione legati alla Cina, Invesco è in pole position nel cogliere le opportunità di un mercato emergente in forte crescita, quello dell’healthcare dagli occhi a mandorle. La società ha lanciato il suo primo fondo nel 1992 e nel 2003 ha creato Invesco Great Wall, la prima joint-venture sino-americana per la gestione di fondi: canale privilegiato per conoscere le dinamiche interne del Paese che Invesco vede come una grande opportunità di investimento. Frank Di Crocco, head of banks and wealth management di Invesco spiega a I Corrieri del Risparmio le nuove dinamiche del Paese e perché è il momento di puntare sulla “Salute”.
Nei portafogli d’investimento gli asset legati alla Cina hanno trovato sempre maggiore spazio. Ma a che settore guardare nello specifico?
Per Invesco, che ha creato un fondo dedicato, è il momento dell’healthcare: un settore che vediamo in forte sviluppo nei prossimi anni. La sanità cinese ha notevoli potenzialità di espansione grazie alla crescita robusta della spesa sanitaria sostenuta dall’aumento della ricchezza e dall’invecchiamento della popolazione; due fattori che rendono la sanità un’area estremamente importante per la società e l’economia della Cina. Basti pensare che la spesa pro capite dedicata alla salute di ogni cittadino cinese è di 441 dollari (2019) dai 42 dollari del 2000, mentre la media nei Paesi sviluppati è di 6.500 dollari. Il potenziale di crescita è enorme. Inoltre, l’aspettativa di vita è passata da 69 a 77 anni e la classe media cinese, che richiede servizi di maggiore qualità, è cresciuta e oggi è di 500-600 milioni di persone. Inoltre, il settore sta nettamente virando verso la digitalizzazione e la tecnologia.
Il vostro fondo quindi è concentrato su questo settore, ma come è investito in questo momento?
L’Invesco China Health Care Equity Fund è disponibile a investitori istituzionali e retail in Italia. Il fondo mira a conseguire la crescita del capitale a lungo termine investendo principalmente in un portafoglio concentrato di società cinesi operanti nel settore della sanità. In particolare un 20% è riservato a società che operano nel comparto dei dispositivi medici, un 20% a società che si dedicano alla Ricerca e Sviluppo, un 20% a società che operano nella medicina innovativa, un 18% a società che operano in servizi sanitari generici (polizze sanitarie ad esempio), un 10% a società che commercializzano vaccini e un altro 10% a società di assistenza sanitaria generica (farmaci da banco, consulenza medica).
Come avete selezionato i titoli in questi sotto-settori?
Innovazione, è questo il nostro mantra. Abbiamo verificato che su un totale di 400 società questo tipo di aziende che studiano e operano per una medicina innovativa hanno margini doppi rispetto alle società dell’healthcare tradizionale.
Esistono rischi regolamentari e normativi?
Avere una joint-venture ci aiuta a minimizzare questi rischi anche se a livello normativo sono stati fatti molti passi avanti per velocizzare gli iter autorizzativi. Il fondo ha comunque un turnover molto basso e crea opportunità in un’ottica di medio lungo termine. Ci crediamo molto, perché unisce un settore in forte crescita e le potenzialità del mercato emergente cinese.