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Healthcare: difesa e crescita

Per Capital Group, il settore è ricco di innovazioni e opportunità a lungo termine. E in un contesto di incertezza, l’idea di avere protezione con una certa crescita non potrebbe essere più tempestiva

Il settore sanitario è noto da tempo per le sue caratteristiche difensive. Negli ultimi 25 anni, quando i mercati azionari sono scesi di almeno il 15%, l’healthcare ha sempre offerto un riparo agli investitori. Uno dei principali fattori di resistenza è stata la persistente domanda di prodotti e servizi sanitari, a dispetto di quanto accadeva in ambito economico. Questo è stato particolarmente vero per big pharma. Tuttavia, come appreso durante il Covid, ci sono molti altri tipi di produttori, come le aziende biotecnologiche, che si concentrano sulla scienza che sta alla base della soluzione di problemi sanitari complessi. “Il settore è ampio, ricco di innovazioni e di opportunità di investimento a lungo termine. In un contesto di grande incertezza del mercato, l’idea di avere una protezione con una certa crescita non potrebbe essere più tempestiva”, sottolinea Christophe Braun, investment director di Capital Group.

“La pandemia di Covid  – argomenta Braun – ha rappresentato un momento fondamentale per gli investitori, perché ha portato alla luce oltre 30 anni di ricerca scientifica sui vaccini a Rna messaggero; il frutto di tale ricerca è stata una vera e propria innovazione, che ha consentito di produrre e immettere sul mercato i vaccini Covid nel giro di 12 mesi. Per meglio contestualizzare questa svolta, si tenga presente che ci sono voluti più di 40 anni per creare i vaccini contro l’ebola e la varicella. Un momento cruciale a cui possiamo ricollegare questa ventata innovativa è la decodifica del genoma all’inizio del 2000. Se guardiamo agli anni ’90, tutti i farmaci erano per lo più compresse. Tra la fine degli anni Novanta e gli anni Duemila abbiamo assistito a un’enorme rivoluzione, con l’introduzione di farmaci per la terapia genica e proteica, che ha rappresentato un importante passo avanti nel successivo decennio di innovazione. Oggi, ciò che è davvero entusiasmante è il numero di nuovi farmaci e tecnologie che stiamo vedendo realizzarsi”.

Ad accelerare ulteriormente l’innovazione è l’uso dell’intelligenza artificiale. Ciò, come sottolinea l’esperto, ha ampliato infinitamente la portata delle scoperte. “Anche se siamo solo all’inizio, il suo utilizzo sta aumentando rapidamente e, a sua volta, sta riducendo i tempi e i costi dello sviluppo dei primi farmaci”, spiega l’serto, a detta del quale mentre la digitalizzazione inizia a svolgere un ruolo sempre più importante nella strategia aziendale di molte aziende sanitarie, un’area in cui possiamo già vedere molti cambiamenti è il modo in cui queste aziende iniziano a interagire con i propri clienti. “Il Covid ha normalizzato il processo di vendita dei farmaci attraverso i canali virtuali e questa tendenza è proseguita anche dopo la fine della pandemia e il ritorno dei rappresentanti negli ospedali – chiarisce -. Anche i social media stanno iniziando a svolgere un ruolo fondamentale. Un esempio interessante da sottolineare è quello di Biohaven, che ha ingaggiato Khloe Kardashian, con oltre 300 milioni di follower su Instagram, come voce e portavoce del suo farmaco per l’emicrania Nurtec”.

Per Braun, si stanno iniziando a intravedere anche enormi opportunità all’interno dei mercati emergenti, in Paesi come il Brasile e la Cina, che a suo dire possano essere un grande motore di crescita per il futuro. “Nel 2012 la Cina ha superato il Giappone, diventando il secondo più grande mercato di farmaci da prescrizione e negli ultimi dieci anni ha adottato misure significative per migliorare la qualità dei farmaci generici e aumentare i rimborsi. Si è trasformata in un centro di innovazione, come dimostra l’esplosione di aziende biotecnologiche che stiamo vedendo approdare sul mercato”, fa notare.

L’esclusività del brevetto

Lo sviluppo di farmaci che dispongono di un determinato periodo di tempo prima di perdere l’esclusività del brevetto, e quindi la gestione dei generici in arrivo, è una situazione a cui l’industria farmaceutica è abituata. Ciò che è insolito al momento, osserva ancora Braun, è che nella seconda metà del decennio, tra il 2025 e il 2030, soprattutto nel settore biofarmaceutico statunitense, si sta registrando un numero significativo di ‘patent cliff’ per le grandi aziende. 

“Per questo motivo, gli investitori sono alquanto preoccupati al momento, il che è comprensibile – evidenzia -. Sebbene i multipli del settore all’inizio dello scorso anno (2022) fosse molto compresso a causa di questo fenomeno, dovremmo considerare tutto ciò come una parte normale del ciclo di vita. Di solito, se si guarda alle grandi aziende farmaceutiche, il 50% dei loro ricavi proviene dalla pipeline interna e un altro 50% dallo sviluppo del business. Siamo convinti che questa situazione continuerà: nei prossimi anni inizieremo a vedere una ripresa dello sviluppo commerciale. Inizieremo anche a vedere una ripresa delle pipeline produttive interne”.

Identificare i vincitori di lungo periodo

Con il rallentamento della crescita, l’aumento del costo del capitale e la riduzione delle valutazioni delle società tecnologiche meno redditizie, l’esperto ritine che i dividendi possano rappresentare un contributo più significativo e stabile ai rendimenti totali. Pertanto, i titoli che pagano dividendi (tra cui molte società del settore sanitario) rappresentano opportunità di investimento sempre più interessanti. “Senza dubbio l’innovazione sta alimentando la crescita a lungo termine del settore sanitario e, sebbene vi siano diversi rischi a breve termine, la chiave per identificare i vincitori a lungo termine del settore sanitario è un approccio società per società. Questo perché non tutte le innovazioni avranno successo. D’altro canto, l’identificazione di un prodotto o di un servizio innovativo potrebbe guidare una strategia d’investimento per anni, con conseguente crescita degli utili e flussi di cassa reali”, conclude.

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