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High yield Usa, troppo interessante per essere ignorato

Secondo Rbc BlueBay, nonostante qualche vento contrario, continuano a esserci interessanti opportunità nell’high yield a stelle e strisce

Il vecchio detto ‘sell in May and go away’ quest’estate non vale per l’high yield. Ne è convinto Tim Leary, Us senior BlueBay portfolio manager leveraged finance team di Rbc BlueBay, secondo cui anche se di recente si sono verificati alcuni default e alcuni scambi distressed, non si è trattato di nulla di sorprendente. “A nostro avviso, continuano a esserci interessanti opportunità nell’high yield”, assicura.

Per il portfolio manager, il mercato high yield statunitense è troppo interessante per essere ignorato, soprattutto se si analizza in dettaglio ciò che è accaduto di recente. “A maggio – chiarisce – gli investitori retail hanno riscattato circa 2,5 miliardi di dollari dall’asset class, in un momento in cui il mercato ha emesso poco meno di 23 miliardi di dollari di nuova offerta high yield. Non c’è da temere, perché il 75% di questa offerta ha riguardato dei rifinanziamenti, mentre le emissioni di prestiti e obbligazioni continuano a essere rimborsate e rinnovate. In effetti, sono rimasti solo 20 miliardi di dollari di obbligazioni high yield con scadenza nel 2023 e solo 53 miliardi di dollari con scadenza nel 2024. Gli spread si sono ristretti e l’offerta di obbligazioni è bassa. Alcune di queste prossime scadenze appartengono a emittenti in difficoltà che trattano a sconto, ma si tratta di una parte minima del mercato nel suo complesso”.

I venti contrari ci sono… ma potrebbero diminuire

Ovviamente non ci sono solo buone notizie. Leary prevede infatti un continuo inasprimento delle condizioni finanziarie, che dovrebbe contribuire a un rallentamento dell’economia e quindi si aspetta una lieve recessione entro la fine del 2024. “Di conseguenza, rimaniamo vigili sugli effetti a lungo termine di un inasprimento delle condizioni di credito per la nostra asset class, che storicamente sono state negative per gli spread high yield”, mette in guardia.

Per l’esperto c’è anche da attendersi un aumento lento e costante dei tassi di default, piuttosto che un’impennata improvvisa, a causa del basso livello di scadenze a breve termine e dell’assenza di un ampio settore problematico nei mercati del credito sub-investment-grade europei e statunitensi. “A maggio abbiamo assistito al default di tre emittenti high yield e al completamento di altri quattro scambi distressed. Ma questi emittenti sono stati scambiati a livelli distressed per tutto l’anno, quindi, questo non ha sconvolto il mercato. Secondo Jp Morgan, nel 2023 il 39% degli emittenti che sono andati in default o hanno effettuato scambi distressed lo avevano già fatto in passato”, osserva.

Un’irresistibile serie di opportunità

In vista dell’estate, insomma, secondo Leary la strada è libera. “L’offerta di obbligazioni high yield e investment grade sarà scarsa. Le società con maggiori probabilità di insolvenza nel corso dell’anno vengono già scambiate come tali e la Federal Reserve sta facendo una pausa nell’aumento dei tassi dopo 15 mesi di rialzi consecutivi. L’opportunità offerta dall’high yield statunitense è troppo interessante per essere ignorata. Coloro che non hanno seguito il motto ‘sell in May and go away’ saranno contenti di essere rimasti investiti nell’high yield”, conclude.

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