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I green bond non sono tutti uguali. Ecco come scegliere

Secondo BlueBay Am è necessario guardare oltre le apparenze e valutare la qualità e l’integrità del framework specifico dell’emittente

I green bond sono strumenti obbligazionari usati per finanziare progetti che generano effetti ambientali positivi. La domanda è in crescita, con un livello di emissioni totali che ha quasi raggiunto i 270 miliardi di dollari nel 2020, secondo i dati di Climate Bond Initative. Ma queste obbligazioni sono davvero in grado di supportare la transizione ambientale? Secondo My-Linh Ngo, head of Esg investing e portfolio manager di BlueBay Am, rappresentano uno strumento necessario, ma di per sé non sufficiente a supportare il passaggio a un mondo più ‘verde’ e più sostenibile.

Green bond, i lati positivi…

“Per gli investitori obbligazionari i green bond possono essere un importante strumento per segnalare alle aziende la necessità di impegnarsi e intraprendere azioni efficaci sulle questioni ambientali. Questo tipo di obbligazione può anche fungere da strumento attraverso cui gli investitori possono allocare capitale in modo esplicito su attività economiche green, contribuendo quindi al finanziamento della transizione”, spiega la Ngo, secondo cui il modello basato sull’impiego dei proventi fa sì che gli investitori abbiano fiducia in merito all’utilizzo del proprio capitale e riescano quindi a evitare il rischio che venga usato per finanziare ad esempio attività con un impatto negativo sull’ambiente. 

Per gli emittenti invece i green bond possono essere utili per dimostrare l’impegno nei confronti delle questioni ambientali e un modo per ampliare la potenziale platea di investitori.

… e quelli negativi

Tuttavia, l’esperta sottolinea che esistono delle limitazioni entro cui i progetti possono essere considerati adatti per l’emissione di un green bond. Di conseguenza, l’emissione di tali strumenti tende a riguardare alcuni specifici settori, limitando il potenziale impatto ambientale.

“Inoltre – aggiunge -, sebbene l’emissione di green bond sia diretta al finanziamento di alcune attività specifiche, non c’è garanzia che ciò genererà un risultato positivo o quali saranno le dimensioni di tale impatto. Ciò è dovuto al fatto che, al di là dell’impatto reputazionale di non aver raggiunto l’obiettivo promesso, non sono previste penali per coloro che non centrano l’obiettivo. È questa la principale differenza tra green bond e sustainability linked bond, che invece prevedono un pagamento agli obbligazionisti nel caso in cui non riescano a raggiungere gli obiettivi di performance. Sebbene vi siano delle regole per la gestione dell’impiego dei proventi (i principi dell’International Capital Market Association) non ci sono linee guida che definiscano il ‘green’ di green bond, e l’impatto ‘positivo’. Ciò porta al potenziale rischio di greenwashing, ovvero alla mancanza di credibilità e solidità per gli emittenti”. 

Secondo la Ngo, a rendere ancora più rilevante questo rischio è la corsa a questo tipo di emissioni, con gli emittenti che mirano a capitalizzare sulla possibilità di raccogliere maggiori finanziamenti a costi inferiori rispetto ai ‘vanilla bond’, vista la carenza di offerta e l’alta domanda da parte degli investitori.

Come investire nei green bond

Per minimizzare i rischi, secondo l’esperta di BlueBay Am gli investitori dovrebbero assicurarsi di avere un solido processo di analisi per valutare ogni singolo bond, dato che non tutte le obbligazioni verdi sono uguali. “È necessario guardare oltre le apparenze e valutare la qualità e l’integrità del framework specifico dell’emittente – avverte -, per capire se esso segue le best practice in termini di trasparenza e governance, ed essere attrezzati per il monitoraggio post-emissione, per l’impiego dei proventi e per la reportistica sull’impatto”.

“Riteniamo vi sia il potenziale per un modello misto, dove le emissioni di bond legati all’impiego dei proventi (green bond) e al raggiungimento di alcuni obiettivi (sustainability linked bond) vengono combinate per produrne un ibrido, che faccia leva sugli elementi migliori di entrambi. Più in generale è necessario che gli emittenti dimostrino agli investitori di avere una strategia sostenibile di lungo termine ben progettata e olistica e che spieghino quale ruolo svolgono i green bond all’interno di essa”, conclude la Ngo.

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