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I mercati stanno correndo troppo?

Azionario Usa

Per Edmond de Rothschild Am,i mercati obbligazionari e azionari avranno tutte le ragioni per salire. Ma è improbabile che procedano allo stesso ritmo di gennaio

I mercati obbligazionari continuano ad essere interessanti. Parola di Benjamin Melman, global cio di Edmond de Rothschild Am, secondo cui la visibilità in termini di inflazione e di scelte della della Fed contribuirà a stabilizzare i mercati obbligazionari ai livelli attuali, anche in Europa dove i fondamentali economici appaiono meno chiari. “Questo ottimismo – spiega l’esperto – ha innescato un rally del mercato obbligazionario a gennaio, con rendimenti più bassi e spread più ristretti, ma le possibilità di capital gain d’ora in avanti sembrano deboli”.

I mercati obbligazionari, a detta dell’esperto, restano comunque interessanti: offrono rendimenti elevati su base storica e il rischio di un calo dei prezzi è limitato dall’attuale disinflazione e dall’avvicinarsi della conclusione della fase di stretta monetaria negli Stati Uniti. “Di conseguenza, continuiamo a sovrappesare le obbligazioni”, afferma.

Per quanto riguarda i listìni globali, secondo Melman c’è ancora potenziale di crescita. “Dall’inizio del 2023 – avverte – i mercati azionari hanno cavalcato questa sorta di incipiente fase di disinflazione, la rinnovata fiducia nella ripresa cinese e la miglior resilienza in Europa grazie anche al calo dei prezzi dell’energia. Ma è improbabile che questo eccezionale mix di fattori positivi duri a lungo. Il mercato azionario cinese ha già registrato un rimbalzo del 50% dalla fine di ottobre. E lo spazio per un ulteriore calo dei prezzi dell’energia sembra ristretto, se non altro perché l’economia cinese si rimetterà presto in moto. Per quanto riguarda la disinflazione, una parte del ripiegamento è già stata prezzata”. 

Da un lato, secondo l’esperto, anche se l’economia globale è ora più equilibrata, non bisogna sottovalutare la pressione al ribasso sui margini delle imprese e il rischio di recessione negli Stati Uniti. Dall’altro, i mercati azionari hanno ancora un margine di rialzo grazie agli acquisti effettuati in previsione di un cambio di rotta della Fed, ossia di un orientamento monetario più neutrale, e persino delle speranze di una politica più accomodante. “Nel complesso siamo ancora neutrali sulle azioni e continuiamo a puntare sui Paesi emergenti, ma abbiamo un orientamento geografico relativamente limitato e investiamo nei nostri tre temi d’investimento per il 2023, ossia sanità, big data e capitale umano” precisa.

Sul fronte degli Emergenti, all’interno di un contesto in cui l’inflazione è il problema principale, il fatto che la ripresa stia prendendo forma in Cina è, a detta di Melman, la migliore notizia possibile. La Cina stava infatti pericolosamente flirtando con l’inflazione e si prevede che la ripresa sarà trainata dai consumi e dai servizi, limitando così qualsiasi impatto inflazionistico sull’economia globale. 

“Per il momento, è difficile immaginare quali altre buone notizie possano dare ulteriore slancio ai mercati. Finché la disinflazione continuerà in un contesto di crescita economica modesta ma senza incidenti di percorso (il nostro scenario centrale) i mercati obbligazionari e azionari avranno tutte le ragioni per salire, ma è molto improbabile che procedano allo stesso ritmo di gennaio”, conclude Melman.

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