Oltre il 30% dell’attività economica globale sarà mediata da piattaforme digitali entro fine 2023. E Microsoft, con Azure e Teams, è già in prima linea. La view di Mirabaud Am
Le platform company stanno rimodellando l’economia globale trasformando il modo in cui lavoriamo e viviamo, dai nostri soggiorni in vacanza alla gestione in cloud di sistemi operativi aziendali.I modelli di business lineari tradizionali creano valore attraverso prodotti e servizi che vengono venduti a un cliente. Al contrario le platform company sono nel loro nucleo imprese tecnologiche che creano valore facilitando gli scambi tra network di individui. “Queste società – spiega Anu Narula, head of global equities di Mirabaud Am – fanno leva sui big data, monitorando il comportamento dei loro clienti e utilizzando queste informazioni per creare servizi nuovi o complementari. Inoltre, hanno la capacità di rivoluzionare interi settori e possono sfruttare economie di scala verticali e orizzontali migliorando i servizi esistenti o entrando in nuove aree di servizi”.
Come conseguenza di questi forti effetti di networking, secondo Narula oltre il 30% dell’attività economica globale, circa 60 mila miliardi di dollari, potrebbe essere mediata da platform company entro la fine del 2023. Inoltre, si stima che il 70% del nuovo valore creato nell’economia globale nel prossimo decennio sarà basato su piattaforme abilitate digitalmente.
“Aziende come Microsoft – sottolinea l’esperto -, i suoi servizi cloud, in particolare Azure, Microsoft Teams, Windows Virtual Desktop, e Xbox Live, hanno assistito a una domanda senza precedenti a causa della pandemia che ha portato all’incremento del lavoro da remoto e dall’apprendimento a distanza. E dal punto di vista aziendale, molte organizzazioni si sono rese conto che i loro investimenti esistenti in tecnologia basata sul cloud erano la chiave per la resilienza del business che ha permesso loro di adattarsi alla nuova realtà più velocemente rispetto alle aziende che non erano dotate di cloud”.
Azure di Microsoft è la seconda piattaforma cloud pubblica al mondo (dopo Aws). E per Narula è destinata a beneficiare della forte crescita del cloud computing globale, che dovrebbe passare da 371,4 miliardi di dollari nel 2020 a 832 miliardi di dollari entro il 2025, con un tasso di crescita annuale composto del 17,5%. “L’aumento degli accessi a Internet tramite smartphone e altri dispositivi ha favorito la tendenza alla digitalizzazione tra le aziende che generano grandi volumi di dati di business ogni giorno – chiarisce -. La percentuale di spesa per l’It, che si sta spostando verso il cloud, accelererà quando la pandemia sarà finita, con il cloud che a livello globale dovrebbe rappresentare il 14,2% della spesa totale per l’It aziendale nel 2024, dal 9,1% nel 2020. Inoltre, il 70% delle aziende che utilizzano servizi cloud prevedono di aumentare la loro spesa cloud sulla scia dei disagi causati dal Covid. Il cloud commerciale Azure di Microsoft ha superato i 50 miliardi di dollari di ricavi per la prima volta, in aumento del 36% a/a”.
Con 175 zettabyte di dati entro il 2025 e cinquanta miliardi di dispositivi che saranno online entro il 2030, questa crescita nella domanda di dati offrirà forti fattori di supporto per le piattaforme cloud commerciali come Azure.
Microsoft Teams, invece, è l’unica soluzione a livello entreprise che riunisce messaggistica, videoconferenze, riunioni e strumenti di collaborazione basati sul web in un’unica piattaforma con un’esperienza utente integrata. Inoltre, a seguito della pandemia Teams ha rappresentato ulteriore driver di crescita per Microsoft diventando allo stesso tempo una piattaforma a sé stante.
“E il numero di società che utilizzano Teams è aumentato da 50.000 nel 2017 a 500.000 nel 2020. Anche l’educazione a distanza è stata importante per la crescita di Teams. Per esempio, l’Università di Bologna ha spostato il 90% dei corsi per i suoi 80.000 studenti su Microsoft Teams”, conclude Narula.