Per Federated Hermes, la Fed non si sente a suo agio con un prematuro allentamento delle condizioni finanziarie indotto da un dollaro più debole: l’inflazione è ancora troppo alta
Il dollaro si è indebolito significativamente nel corso delle ultime settimane, dopo aver raggiunto i suoi massimi alla fine di settembre, livelli per altro mantenuti nel mese di ottobre. In generale, un dollaro più debole implica condizioni finanziarie più favorevoli a livello globale. In particolare, rappresenta un sollievo per i Paesi emergenti, già alle prese con l’eredità dell’aumento del debito dovuto alla pandemia.
“Questa tendenza al ribasso – spiega Silvia Dall’Angelo, senior economist di Federated Hermes – riflette in gran parte le aspettative dei mercati secondo cui il ciclo di rialzi della Federal Reserve è ormai vicino al suo picco, mentre anche le altre principali banche centrali hanno recentemente raggiunto in qualche misura la Fed, riducendo così il differenziale dei tassi, uno dei fattori trainanti lato cambi”.
Per l’economista, la Fed probabilmente non si sente a suo agio con un prematuro allentamento delle condizioni finanziarie interne indotto da un dollaro più debole, poiché l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi è ancora troppo alta.
“La credibilità della stessa banca centrale statunitense è a rischio, poiché un’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi elevata e di ampia portata rischia di radicarsi attraverso effetti di secondo round, in un contesto di mercato del lavoro rigido – avverte quindi la Dall’Angelo -. Gli ultimi dati sull’Ipc negli Stati Uniti sono stati in qualche modo rassicuranti, ma non costituiscono un nuovo trend e le aspettative di inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi basate su sondaggi aggiornati di recente hanno dato risultati contrastanti”.
