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Inflazione e mercati: occhio al termometro

Il clima sul mercato degli asset rischiosi si riscalda, mentre i prezzi si raffreddano. Ma secondo Nuveen è meglio restare ancora cauti. Che non significa ribassisti

Di Saira Malik, cio di Nuveen

Il clima sul mercato degli asset rischiosi si riscalda, mentre l’inflazione si raffredda, ma è ancora necessario tenere d’occhio il termometro. La scorsa settimana i mercati azionari e obbligazionari sono saliti grazie all’indice dei prezzi al consumo (Cpi) e a quello dei prezzi alla produzione (Ppi) di giugno, che sono risultati entrambi più bassi del previsto. Gli aumenti su base mensile e annuale sono scesi ai livelli più bassi degli ultimi due-tre anni, a seconda della misurazione. Con la crescente fiducia degli investitori nel fatto che il picco dell’inflazione sia definitivamente alle spalle, aumentano anche le aspettative che l’attuale ciclo di rialzo dei tassi della Federal Reserve sia finalmente prossimo a terminare, dopo l’ultimo aumento da 25 punti base (bps) alla riunione della Fed di luglio. La scorsa settimana l’S&P 500 ha raggiunto livelli che non si vedevano da più di un anno e la curva dei rendimenti dei Treasury statunitensi si è irripidita, ma l’ottimismo del mercato che ha alimentato questo rally di sollievo dovrebbe essere mitigato da una certa cautela.

Saira Malik, Cfa, chief investment officer di Nuveen
Saira Malik, Cfa, chief investment officer di Nuveen

La corsa del mercato toro potrebbe essere ostacolata da possibili crepe nell’economia e negli utili societari. Sebbene l’allentamento dell’inflazione renda ancora possibile un atterraggio morbido dell’economia, un tale risultato sarebbe soggetto a fasi alterne, poiché permangono rischi di ribasso. Ad esempio, le categorie chiave dell’inflazione, come gli alloggi e i salari, rimangono scomodamente alte, per cui se dovessimo assistere a uno (o due) ulteriori rialzi dei tassi, gli investitori prudenti potrebbero voler gettare un occhio scettico su rialzi troppo esuberanti nei mercati. Inoltre, a nostro avviso, il contesto di tassi di interesse più alti e più a lungo ha probabilmente posto le basi per una lieve recessione nel 2024 (che è il nostro scenario di base). 

Se si considerano gli utili societari dell’S&P 500, le stime degli analisti continuano a essere riviste al ribasso sia per il secondo trimestre del 2023 sia per l’intero anno. “Cauto” non significa necessariamente ribassista. Continuiamo a trovare opportunità di investimento interessanti in varie asset class che meritano di essere incluse in un portafoglio diversificato.

Rimaniamo complessivamente neutrali nei confronti delle azioni, poiché i mercati continuano ad affrontare ostacoli, anche se questi si stanno modificando. In questo contesto, prevediamo una continua volatilità e incertezza e privilegiamo un posizionamento difensivo generale combinato con una selezionata assunzione di rischio.

In particolare, riteniamo che le azioni statunitensi a grande capitalizzazione rimangano un porto sicuro e che le società tecnologiche a grande/mega capitalizzazione (che sono state il principale motore del mercato quest’anno) siano relativamente ben posizionate per far fronte alla disinflazione e al rallentamento della crescita. I mercati emergenti sono diventati più interessanti grazie a valutazioni convincenti, a solide prospettive negli utili e alla spinta congiunta di un dollaro più debole e di una politica monetaria più favorevole in Cina. Rimaniamo cauti nei confronti delle small cap statunitensi, poiché prevediamo che quest’area possa sottoperformare in vista di una recessione.

In tutte le aree geografiche e i settori, stiamo cercando di passare da una posizione più difensiva ad aree cicliche di qualità superiore con solidi flussi di cassa. Riteniamo che queste aree potrebbero essere in grado di sovraperformare una volta che l’economia sarà entrata chiaramente in recessione, in quanto potrebbero guidare una ripresa economica.

Nel settore del private equity vediamo opportunità selezionate, ma le valutazioni nel complesso appaiono poco chiare e molti investitori continuano non allocare la liquidità a causa delle crescenti preoccupazioni per la recessione.

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