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Inflazione, sei ragioni per cui in Europa calerà

calo inflazione

Dai salari agli affitti fino all’energia, per Miarabaud Am la fiammata dei prezzi dell’Eurozona è molto diversa da quella Usa. E la Bce non toccherà i tassi quest’anno

Sebbene sia chiaro che la retorica sull’inflazione è cambiata rispetto alla riunione di dicembre, per il chief economist di Mirabaud Am, Gero Jung, è improbabile che la Bce modifichi la politica sui tassi quest’anno. 

Nonostante i rischi di un rialzo dei tassi alla fine del 2022 siano aumentati, “non è questo il nostro scenario di riferimento”, afferma Jung. “La linea guida della Bce per il futuro è improntata alla prudenza, non al panico”, spiega, aggiungendo che ci sono diversi elementi a conferma del fatto che l’inflazione nell’Eurozona sia diversa rispetto agli Stati Uniti e che, probabilmente, nel corso dell’anno tenderà a diminuire.

Il primo, secondo l’economista di Mirabaud Am, è che l’alto livello dell’inflazione complessiva è dovuto per la maggior parte al rincaro dei prezzi dell’energia (in gennaio, l’inflazione core Cpi è scesa). Il secondo elemento riguarda le differenze fiscali che hanno effetti di base. Terza e quarta ragione sono che l’inflazione degli affitti in Europa è molto più bassa che negli Stati Uniti e che nel Vecchio Continente non vi sono indizi di una spirale tra salari e prezzi. Quinto fattore attiene al fatto che i colli di bottiglia sul versante dell’offerta si stanno allentando. Infine, sesta ragione, i dati attuali della produzione sono al di sotto del potenziale.

“Queste sono le ragioni per cui ci aspettiamo che la Bce sarà prudente, dopo che la presidente Lagarde, nell’ultima comunicazione, ha fatto marcia indietro rispetto alle precedenti prese di posizione hawkhish, suggerendo che ‘le possibilità che l’inflazione si stabilizzi al 2% sono aumentate’”, conclude quindi Jung.

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