Scienze dei materiali, sanità, data&processing, trasporti e ingegneria sono per Schroders i settori dove individuare le migliori aziende innovative del Vecchio Continente
Chi l’ha detto che innovazione e tecnologia sono appannaggio degli Usa? Anche in Europa è possibile trovare aziende e settori all’avanguardia su cui puntare. A maggior ragione adesso, con il pacchetto di stimoli da 1.800 miliardi di euro dell’Unione Europea che punta a contribuire alla ripresa delle economie verso un futuro più verde, digitale e resiliente. Tali obiettivi infatti, come evidenzia Paul Griffin, fund manager european equities di Schroders, non potranno essere raggiunti senza innovazione e il piano Ue è dunque destinato a fare luce sull’ampio numero di aziende veramente trasformative del Vecchio Continente.
“Esiste un pregiudizio popolare – afferma l’esperto – secondo cui in Europa non vi sia niente di particolarmente nuovo o innovativo, ma noi non siamo d’accordo. Sette dei dieci Paesi più innovativi al mondo sono europei, secondo il World Intellectual Property Organization’s 2020 Global Innovation Index, con Svizzera e Svezia ai primi due posti e gli Usa soltanto terzi”.
Ma che cos’è realmente l’innovazione? “Negli ultimi anni l’innovazione è stata associata alle Big Tech Usa e ci si chiede spesso quali siano le controparti europee – spiega Griffin -. Noi riteniamo che la mancanza di giganti del tech in Europa non implichi un’assenza di innovazione. Per noi infatti, scienza e ingegneristica sono elementi chiave: per questo miriamo a investire in imprese che creano nuovi prodotti e servizi, o migliorano quelli esistenti, per aumentare la produttività e l’utilità per i propri clienti”.
L’esperto non ha dubbi infatti che l’innovazione abbia il potenziale per risolvere le principali sfide globali e sottolinea come nel mondo dell’asset management, e non solo, vi sia sempre maggiore enfasi sui Sustainable Development Goals (SDG) delle Nazioni Unite, che si focalizzano sulle principali sfide globali. Ebbene, per Griffin sono cinque i settori nello specifico in cui è possibile individuare aziende innovative i cui prodotti potrebbero avere un impatto positivo nella gestione di uno o più SDG.
Il primo è quello delle scienze dei materiali. Questa categoria comprende una vasta gamma di società che operano in diversi ambiti, dalla nutrizione, alla silvicoltura, a tutti i tipi di prodotti chimici e hanno un impatto notevole su diversi SDG. “Le aziende di prodotti per la nutrizione o la protezione delle colture possono mirare al target Zero Hunger – osserva -. L’abbandono di prodotti a base di petrolio sarà una parte importante del raggiungimento di un futuro più ecologico e ci sono aziende in Europa che offrono alternative innovative. Per esempio, la bio-rifinitrice norvegese Borregaard gestisce una raffineria avanzata che usa il legno come materia prima per produrre prodotti usati nell’edilizia, nei tessili e negli aromi”.
Seguono la tecnologia medica e la sanità. Il settore sanitario sta infatti vedendo rapidi progressi. Il focus degli ultimi 12 mesi è stato sullo sviluppo di un vaccino per il Covid-19 e l’innovazione è stata cruciale in tal senso. “Ora che i vaccini sono stati approvati, è necessario che vengano prodotti su larga scala. L’Europa ospita aziende con capacità produttive avanzata, come la svizzera Lonza Group, che sta producendo il vaccino di Moderna”, argomenta Griffin.
Terzo settore, il data & processing. Avere accesso e comprendere i dati è essenziale in un mondo sempre più complesso e l’Europa ospita alcuni dei principali provider di dati. “L’altra faccia della medaglia è la potenza di elaborazione – precisa l’esperto -, e in tal senso l’Europa vanta alcuni dei player chiave nell’industria dei microchip, sempre più utilizzati anche in ambiti non direttamente legati ai dati. I semiconduttori contenuti in un veicolo elettrico sono cinque volte superiori rispetto a quelli di un’auto con motore a combustione interna. I produttori di veicoli elettrici come Tesla ottengono molta più attenzione, ma sotto il cofano i semiconduttori specializzati, molti dei quali sono prodotti da aziende europee come Infineon Technologies, sono cruciali”.
Da non sottovalutare poi i trasporti. L’uso del trasporto pubblico è crollato con la pandemia, ma quando torneremo a viaggiare la popolazione sarà più consapevole della necessità di utilizzare modalità meno inquinanti per spostarsi, quando possibile. “Le app di trasporti e le piattaforme per prenotare o pianificare i viaggi hanno un ruolo importante da giocare – assicura Griffin -, soprattutto nel rendere più semplice la prenotazione di viaggi lunghi e complessi, che altrimenti verrebbero fatti via aereo. Trainline, la piattaforma numero uno per vendite digitali in UK, rappresenta un esempio chiave di innovazione: la sua app sta diventando sempre più popolare, garantendole una scalabilità senza precedenti e il dominio sul mercato. Un altro tema è quello della sicurezza. Segnaliamo la tedesca Knorr-Bremse come un’azienda che produce complessi sistemi di frenatura per camion e treni che possono migliorarne la sicurezza”.
Infine l’ingegneria, che ha un ruolo importante da svolgere nella creazione di infrastrutture più sostenibili. Alcuni esempi, a detta dell’esperto, sono i cavi elettrici che collegano le fonti di energia rinnovabile alla rete, o i sistemi di automazione dei magazzini che portano a una logistica più efficiente. “Hexagon AB, specialista in tecnologie di misurazione di precisione, sta usando sempre di più i suoi sensori e software per catturare scenari del mondo reale e convertirli in ambienti virtuali 3D, permettendo una migliore visualizzazione dei cantieri o delle infrastrutture”.
Certo, gli esempi citati probabilmente non saranno nomi globali come i big tech Usa, ma per Griffin danno un’idea dell’innovazione che sta avvenendo in Europa in questo momento. “Vediamo molte opportunità di investimento in tutta Europa in questo tipo di imprese – conclude -. L’Europa è già all’avanguardia in materia di sostenibilità e gli investimenti del Next Generation Eu offrono un’ulteriore spinta propulsiva. Pensiamo che questo focus sulle questioni ambientali e digitali dovrebbe aiutare a far luce sull’innovazione che ha sede in Europa e sulle imprese che possono aiutare a costruire un futuro più sostenibile”.