Cirdan Capital vede due potenziali rischi per gli investitori tra fine 2021 e il primo trimestre 2022: la ‘quarta ondata’ e il mancato aiuto Bce
L’Eurozona sta tornando ad essere l’epicentro della pandemia, ma la Bce non prolungherà il programma il Pepp per far fronte alla ‘quarta ondata’. È la tesi di Antonio De Negri, Founder e ceo di Cirdan Capital, che vede due potenziali rischi per gli investitori tra la fine del 2021 e il primo trimestre del 2022.
Nelle ultime settimane, come fa notare De Negri, alcuni Paesi dell’Eurozona hanno registrato un picco in termini di numero di casi sufficiente per indire nuovamente il lockdown nazionale, tra cui l’Austria. A ridosso del periodo natalizio, il governo austriaco ha inizialmente imposto l’isolamento di dieci giorni ai ‘no-vax’, per poi estenderlo a tutta la popolazione austriaca. Anche la Germania sta registrando un numero elevatissimo di casi che, secondo la cancelliera Angela Merkel, stanno portando al periodo più buio nella lotta contro il coronavirus.
“A livello globale – osserva l’esperto -, l’Europa è tornata ad essere l’epicentro della pandemia. Nonostante ciò, a seguito degli ultimi interventi del membro del Comitato esecutivo della Bce, Isabel Schnabel, e del Presidente, Christine Lagarde, stimiamo che la Banca centrale europea non abbia intenzione di prolungare il programma Pepp, tantomeno il Quantitative easing. A ridosso della riunione di dicembre della Bce, riteniamo infatti che il programma di Qe non sarà di gran supporto durante la fine del 2021 e l’inizio del 2022”.
Per De Negri saranno due i potenziali rischi per la fine del 2021 e per il primo trimestre del 2022: in primo luogo la rapida diffusione del virus nella cosiddetta ‘quarta ondata’ e in secondo luogo il mancato ausilio da parte della Bce. “La nostra previsione è che tale scenario possa incrementare la volatilità nei portafogli degli investitori – avverte -, poiché potrebbe generare incertezza riguardo la stabilità economica dell’eurozona. Infatti, per fronteggiare potenziali rischi, prediligiamo un approccio che verte verso una modalità ‘prudenziale’ piuttosto che ‘opportunistica’”.
Analizzando le possibili conseguenze, l’esperto prevede che le implicazioni di questi due fattori possano avere un sostanziale impatto sul mercato del lavoro, alimentando la ‘supply chain disruption’ (interruzione nella filiera di produzione) nell’eurozona. “Tuttavia – precisa -, grazie al consistente numero di vaccinati in Europa e all’organizzazione di enti pubblici e privati, non ci aspettiamo che la ‘quarta ondata’ possa avere un impatto sulla salute come nelle ondate precedenti”.
“Poiché crediamo si possano verificare ulteriori inefficienze della supply chain nell’economia reale, ci aspettiamo un rallentamento della crescita dei mercati finanziari nel breve periodo, il quale stimiamo possa aggravare i livelli di inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi nel medio periodo”, conclude De Negri.