Tecnologia, ascesa del populismo e focus sull’ambiente, ma anche impennata del debito sovrano. Ecco conseguenze e trend a lungo termine della pandemia secondo Schroders
Via via che l’economia mondiale esce dalla lunga fase di lockdown, la ripresa economica resta disomogenea, con molti Paesi che non sembrano essere adeguatamente preparati per il prossimo rallentamento ciclico. È quanto emerge dallo studio sulle ‘verità inesorabili’, vale a dire i trend inevitabili in grado di plasmare il mondo, del prossimo futuro, a cura degli economisti di Schroders, stando al quale gli investitori hanno ora una serie di temi da monitorare attentamente.
“L’economia mondiale sta uscendo da un lungo lockdown, ma la ripresa è disomogenea – afferma Keith Wade, chief economist di Schroders -. Gli Stati Uniti e il Regno Unito sembrano essere in prima linea, e anche in Cina la ripresa rimane solida. Segue l’Eurozona, anche se a un ritmo più lento, a causa di un avvio incerto del programma vaccinale. Tuttavia, il quadro complessivo vede i mercati sviluppati sovraperformare rispetto a quelli emergenti, con alcune economie come quella indiana e brasiliana che faticano a contenere il virus”.
Per Wade, l’altra linea di demarcazione aperta dalla pandemia è stata la disuguaglianza all’interno delle singole economie, che è probabilmente aumentata sia in termini di reddito che di ricchezza. Di conseguenza, sebbene il populismo non si sia risvegliato durante la pandemia, è probabile che vedremo un suo ritorno. “Nel frattempo – precisa -, come nota positiva, la capacità delle economie di adattarsi, facilitata dall’accelerazione dei progressi tecnologici, promette una crescita più vigorosa della produttività. Per questo, abbiamo alzato le nostre previsioni di medio termine, nonostante la persistenza di dati demografici negativi”.
In questo contesto, per l’economista di Schroders non vi sono risposte semplici per gli investitori che vorranno cavalcare i trend disruptive e individuare le aree di crescita nell’economia globale. “Ciò che sembra chiaro è che i governi potrebbero giocare un ruolo più importante nel guidare questi trend”, conclude.
Sulla stessa lunghezza d’onda, Azad Zangana, senior european economist and strategist di Schroders. “I governi sono stati costretti a prendere in prestito enormi quantità di denaro nel corso del 2020 per sostenere le famiglie e le aziende a causa delle misure restrittive imposte alle attività – spiega -. La maggior parte dei prestiti è stata legata alle politiche fiscali espansive, ma una parte significativa è stata determinata anche dalle mancate entrate”.
Anche se la maggior parte dei Paesi ha cercato di ricorrere ad aumenti temporanei della spesa e a tagli fiscali, a detta dell’esperto la gran parte di essi avrà bisogno di utilizzare misure di austerità per ridurre i prestiti annuali e stabilizzare le crescenti posizioni debitorie. “È interessante notare che, secondo le aspettative, non tutti i Paesi dovrebbero riuscire a completare i loro programmi di austerità entro il 2025 – evidenzia -. A causa del maggiore indebitamento, il debito raggiungerà livelli senza precedenti in rapporto al Pil, il che inevitabilmente solleverà domande riguardo all’accessibilità e alla sostenibilità di questo”.
“La nostra analisi in merito allo spazio fiscale mostra che un numero significativo di Paesi rischia di trovarsi impreparato per il prossimo ciclo economico – avverte dunque Zangana -. Le proiezioni mostrano che entro il 2025 un quarto delle principali economie potrebbe non disporre di uno spazio di manovra adeguato sul fronte fiscale e che allo stesso tempo staranno ancora subendo un rallentamento sui rispettivi bilanci annuali dovuto a performance cicliche sottotono.”
In conclusione, stando al report di Schroders, i livelli di debito sovrano sono aumentati drasticamente in scia alla crisi da Covid-19: grazie ai tassi bassi, il rischio non è imminente, ma potrebbe presentarsi in futuro. Per gli esperti sarà un fattore da osservare attentamente, insieme agli altri trend disruptive che influenzeranno l’outlook di medio termine della nuova economia che sta emergendo dalla pandemia, vale a dire tecnologia, ascesa del populismo e focus sulle questioni ambientali.