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L’asset allocation per il terzo trimestre

Generali Investments mantiene l’underweight nell’azionario e l’overweight nel credito di alta qualità. “Rafforzeremo la liquidità, riducendo gli short sia nei Govies principali che nella duration”

“I rendimenti a lungo termine hanno fatto molta strada, molto più velocemente di quanto ci aspettassimo, ma riteniamo che il potenziale di rialzo sia ora più limitato”. È la tesi di Vincent Chaigneau, head of research di Generali Investments, secondo cui ciò è particolarmente vero per i Treasury Usa, che consida un valido asset a copertura contro il rischio di una recessione o di una crisi finanziaria.

“I rendimenti dei Treasury a 10 anni sono aumentati più rapidamente delle aspettative sulla Fed a medio termine, il che offre un certo margine – afferma -: qualsiasi inasprimento della Fed più veloce del previsto vedrebbe probabilmente un maggiore appiattimento della curva”. Al contrario, secondo Chaigneau, i rendimenti dei Bund a 10 anni appaiono ancora bassi rispetto alle aspettative sulla Bce a medio termine: l’esperto vede quindi spazio per un aumento del term premium, dato che il bilancio della Bce non tenderà a espandersi oltre.

“La nostra posizione short nei Govies non core è aumentata rispetto a quello dei titoli core, visti i dubbi sulla capacità della Bce di impedire la frammentazione – spiega l’esperto -. Manteniamo un overweight nel credito investment grade, se difensivo. Gli spread degli swap sono ampi rispetto ad altre misure di rischio e questo rende relativamente interessante il credito di alta qualità come i covered bond e le obbligazioni societarie Ig”.

A detta di Chaigneau, naturalmente gli spread Ig possono ancora ampliarsi mentre l’economia continua a rallentare, ma sono già superiori rispetto al 2016 e al 2018 e scontano il rischio di una lieve recessione. “Gli spread non finanziari Ig eur sono i più economici, in termini di posizionamento rispetto alla storia, tra le varie sub-asset class creditizie – chiarisce -. All’altra estremità dello spettro, il credito Ig statunitense appare molto più elevato nelle valutazioni, così come il credito hy. Su base beta-adjusted, gli spread eur ig si sono ampliati molto di più degli spread eur high yield, il che probabilmente riflette il prezzo degli acquisti della Bce. Questo ci rende molto più interessati al credito eur ig rispetto al segmento hy, molto sensibile alle condizioni cicliche e destinato ad ampliarsi ulteriormente”.

Secondo l’esperto di Generali Investments, probabilmente molte cattive notizie sono già state incorporate nelle valutazioni e la propensione al rischio si è deteriorata molto più velocemente della crescita Usa. Ma le valutazioni non sono estreme, ad esempio i multipli azionari in Europa non sono scesi così velocemente come il sentimento economico. “Inoltre, riteniamo che le aspettative sugli utili siano troppo generose e non rispecchino il deterioramento del contesto economico”, aggiunge.

“Ciò si riflette anche nel residuo ribasso dei titoli ciclici rispetto a quelli difensivi. Cosa ci renderebbe più positivi? Tre cose – conclude Chaigneau -: una riduzione dell’escalation in Ucraina, tuttavia il presidente Biden sembra essere concentrato su questioni strategiche a lungo termine piuttosto che sui costi elettorali a breve termine; una posizione più morbida della Fed, che vediamo arrivare ma solo dopo l’estate; i principali indici economici che arrivano a toccare il fondo, ma ancora vi è molta strada”.

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