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Le opportunità delle obbligazioni high yield

Mentre le obbligazioni stanno vivendo un momento difficile, secondo SPDR ETFs l’high yield Usa potrebbe presto tornare interessante. Per 4 ragioni

Il primo trimestre del 2022 si è rivelato difficile per gli investimenti in obbligazioni. I timori sull’inflazione hanno continuato a crescere, aggravati dall’invasione russa dell’Ucraina e dall’impennata dei prezzi delle materie prime, di conseguenza le banche centrali hanno adottato un atteggiamento più aggressivo con una politica monetaria più restrittiva. 

“Il rendimento dei titoli statunitensi a 10 anni è salito di quasi 100 pb dall’inizio dell’anno; l’aumento di 65 pb registrato a marzo rappresenta la maggiore variazione mensile da aprile 2004 – sottolinea Francesco Lomartire, head of SPDR ETFs Southern Europe -. Ora che il mercato prevede ulteriori rialzi dei tassi della Federal Reserve pari a oltre 200 pb e i break-even a 10 anni che sono risaliti ai loro massimi storici, si potrebbe avere l’impressione che il mercato obbligazionario abbia scontato nei prezzi una quantità significativa di inasprimento della politica monetaria e di aumento dell’inflazione”.

Anche le strategie di credito hanno apportato poco in termini di protezione. Oltre al rialzo del tasso privo di rischio, l’aumento dei prezzi dell’energia e i timori che la Fed possa adottare una politica monetaria eccessivamente restrittiva hanno ridimensionato le aspettative di crescita, provocando un’impennata degli spread di credito.

Secondo Lomartire, il rimbalzo dei mercati azionari suggerisce che la propensione al rischio potrebbe riprendere con l’avvicinarsi del secondo trimestre e, data l’ampiezza delle vendite, potrebbero tornare interessanti le strategie come l’high yield statunitense. Per 4 ragioni.

Recupero dei rendimenti. “Lo yield-to-worst dell’indice Bloomberg US Corporate High Yield è superiore al 6%, il livello più elevato da agosto 2019 se si esclude il brusco rialzo dei rendimenti associato al Covid, dovuto in parte al fatto che lo spread sui Treasury è tornato sopra i 330 pb, ovvero 70 pb in più rispetto ai minimi”, osserva l’esperto.

La crescita rimane stabile. “Un rimbalzo dei prezzi azionari suggerisce che i timori del mercato relativi a una recessione negli Stati Uniti potrebbero essere eccessivi. Rispetto all’Europa, l’economia statunitense dovrebbe essere meno penalizzata dall’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina”, spiega.

Pochi segni di tensione. “Siamo alla fine del trimestre e sono pochi i segnali di tensione finanziaria negli emittenti High Yield. I fondamentali su questa asset class rimangono buoni e nel 2021 molte aziende hanno scelto di migliorare il livello di solidità dei loro bilanci”, prosegue Lomartire.

Sorprendentemente difensivi. “Nonostante la notevole impennata degli spread di credito, la performance dell’indice high yield dall’inizio del 2022 è stata simile a quella dei Treasury statunitensi e non così negativa come quella dell’esposizione alle obbligazioni societarie investment grade”, conclude.

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