Per Generali Investments, la forza dei Paesi periferici è un fattore stabilizzante e c’è ancora la possibilità che il Pil non cali nel 2023. Ma il rischio di una recessione è aumentato
L’Eurozona è tecnicamente in recessione, dato che il Pil si è contratto negli ultimi due trimestri. Contestualmente, però, i Paesi periferici hanno registrato tassi di crescita molto superiori alla media (con l’eccezione della Grecia). Secondo Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments, uno dei motivi principali è la minore esposizione alla debolezza del ciclo globale. “La periferia dell’Area euro è meno orientata all’esportazione verso la Cina rispetto, ad esempio, alla Germania o ai Paesi Bassi – spiega -. Mentre le economie più orientate all’esportazione di beni continueranno ad affrontare forti venti contrari, la periferia beneficerà della stagione turistica”.
Inoltre, a detta dell’esperto, l’erogazione del Recovery Fund stimolerà la domanda. “Da ultimo, l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi è attualmente (con l’eccezione dell’Italia) al di sotto della media della regione”, aggiunge.
Secondo Wolburg, la forza dei Paesi periferici è chiaramente un fattore stabilizzante. Ma, dato che il flash Pmi composite di giugno pari a 50,3 segnala un’attività al limite della contrazione, c’è da chiedersi se la periferia sarà in grado di salvare l’Eurozona dalla minaccia di recessione.
“Crediamo che l’aumento dei tassi, la riduzione del credito bancario e un quadro globale poco favorevole potrebbero portare ad una moderazione della crescita – afferma -. Tuttavia, con l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi complessiva in calo e con il miglioramento della fiducia dei consumatori (che a giugno ha raggiunto i livelli massimi dal febbraio 2022), vediamo ancora una possibilità che il Pil non diminuisca nel corso del 2023”.
Ovviamente, l’espero precisa che questa visione cautamente ottimistica reggerà solo se i venti contrari economici globali saranno contenuti: “Riconosciamo che il rischio di una recessione estesa anche nel secondo semestre è aumentato”, conclude.