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L’Eurozona sta per uscire dal tunnel

Per Schroders, l’Ue potrebbe raggiungere l’immunità di gregge prima del prossimo inverno e la ripresa guadagnare slancio nel terzo trimestre

Il Vecchio Continente è definitivamente uscito dalla terapia intensiva e potrebbe presto vedere la fine della sua lunga convalescenza. Molti Paesi dell’Eurozona sono infatti rimasti bloccati dal prolungamento delle restrizioni per il Covid, ma le notizie dei progressi sul fronte delle campagne vaccinali alimentano le speranze che sia già in corso una tenue ripresa, sebbene a livello di dati l’area euro sia tornata in recessione tecnica.

“La lettura preliminare del Pil dell’Eurozona dei primi tre mesi dell’anno – spiega Azad Zangana, senior european economist & strategist di Schroders, è stata -0,6% su base trimestrale e -1,8% su base annuale. Nel complesso, visti i lockdown, la contrazione era ampiamente attesa. È interessante però notare come la sovraperformance di alcuni Stati membri abbia permesso al dato aggregato di battere il consenso a -0,8% t/t. Il Paese con la crescita maggiore è stato il Belgio (+0,6% t/t), seguito da Francia (+0,4% t/t) e Austria (+0,2% t/t), mentre quello più colpito è stato la Germania, con un calo dell’1,7% del Pil. In Spagna e Italia il dato è sceso rispettivamente dello 0,5% e dello 0,4%”.

Per l’economista, il fatto che la Francia abbia registrato una crescita positiva segnala che nel Paese le misure sono state meno restrittive e/o che la popolazione è stata meno rispettosa di tali provvedimenti, dato che è chiaro che ad aprile si è diffusa una terza ondata di contagi. “Secondo Our World in Data – osserva -, i casi confermati per un milione di abitanti hanno toccato il picco a 670 (su una media calcolata su intervalli di 7 giorni) il 17 aprile, per poi calare a 385. Questo tasso di contagio è quasi il doppio di quello di Italia, Spagna e Germania”.

In ogni caso, per Zangana, guardando avanti e supponendo che le restrizioni verranno presto rimosse, la crescita dovrebbe guadagnare molto più slancio nel corso del terzo trimestre dell’anno. Infatti, la media di vaccini somministrati giornalmente (calcolata su intervalli di 7 giorni) nei principali Stati membri sta rapidamente raggiungendo quella del Regno Unito, considerata spesso come benchmark data l’efficacia della campagna vaccinale.

“La Francia ha la difficoltà aggiuntiva di dover persuadere una popolazione più scettica verso i benefici dei vaccini. Rispetto a qualche mese fa, però, la probabilità che l’Eurozona raggiunga l’immunità di gregge prima del prossimo inverno, evitando quindi possibili ulteriori chiusure generalizzate, oggi appare più concreta”, conclude l’esperto.

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