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L’inflazione? È un falso rischio

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Michael Blümke (Ethenea) non ha dubbi: nessun rischio inflazionistico a breve. Usa ed Emergenti i maggiori beneficiari dell’attuale contesto

“Dopo la pandemia del 2020, le misure di sostegno politico senza precedenti messe in atto dalle autorità monetarie e fiscali, insieme al progressivo lancio dei vaccini Covid-19, hanno stabilito le precondizioni per una reflazione economica globale, che comporta la prospettiva di un ritorno progressivo della produzione e dell’inflazione al loro trend di lungo periodo”. Ne è convinto Michael Blümke, senior portfolio manager di Ethenea Independent Investors, secondo cui non siamo quindi in presenza di un rischio inflazionistico a breve.

“La reflazione – spiega – è ampiamente definita come la fase iniziale di una ripresa economica dopo un periodo di contrazione e un contesto reflazionistico è positivo per gli asset di rischio, perché comporta politiche macroeconomiche di sostegno, una ripresa economica ciclica e un livello dei prezzi in aumento moderato, che si avvicina progressivamente all’obiettivo del 2% delle banche centrali. Una situazione del tutto diversa da un ambiente inflazionistico, che indica un aumento incrementale del livello generale dei prezzi in una situazione di piena capacità”.

Anche i tassi d’interesse stanno aumentando quasi ovunque. Tuttavia, Blümke sottolinea che nell’Eurozona hanno rallentato, sia perché la crescita è leggermente inferiore sia perché devono continuare a essere tenuti bassi a causa dell’alto debito pubblico di alcuni Stati membri.

In termini generali, l’esperto di investimenti si aspetta dunque che saranno soprattutto gli Stati Uniti a beneficiare dell’attuale combinazione di politica fiscale e monetaria. “Tuttavia, l’aumento dei prezzi delle materie prime e l’aumento della domanda di importazioni dovrebbero sostenere anche i mercati emergenti”, conclude.

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