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Mercati, è presto per scommettere sul rimbalzo dell’economia

Per Generali Investments, le valutazioni elevate e l’inflazione vischiosa possono penalizzare l’azionario nel breve

La sorprendente resilienza sotto il profilo macro, il contenuto posizionamento degli investitori e le riaperture cinesi combinate con il sostegno di policy, secondo Michele Morganti, senior equity strategist di Generali Investments, stanno fortemente supportando i mercati. Inoltre, il raggiungimento del picco ciclico dell’inflazione Usa e il rallentamento della crescita nei prossimi mesi dovrebbero portare il tasso Fed a toccare il massimo entro la primavera, causando un’ulteriore normalizzazione della volatilità delle obbligazioni sovrane. 

Ma, nel più breve termine per l’esperto è meglio essere cauti. “Vediamo un’inflazione di base persistente e vischiosa, banche centrali ancora aggressive e la crescita del Pil in deterioramento – spiega -. Inoltre, le valutazioni azionarie risultano elevate rispetto al livello dei tassi reali e degli spread credito. Gli utili in calo e la redditività per gli azionisti (roe) dovrebbero raggiungere il minimo ciclico al più tardi nel terzo trimestre, mentre nel frattempo continuerà l’inasprimento della politica monetaria, Qt incluso”.

Pertanto, per Morganti non è opportuno un posizionamento che anticipi troppo la possibile svolta della politica monetaria, poiché le azioni potrebbero offrire un punto di ingresso più conveniente nel prossimo futuro. “Tuttavia – precisa -, nell’arco di 12 mesi, con gli utili tornati finalmente in espansione e la politica monetaria divenuta meno aggressiva, prevediamo rendimenti totali positivi compresi tra il 3 e il 6%. Ciò è coerente con l’obiettivo di price/earning pari a 17X e 12,5X (rispettivamente per Usa e Europa) e un rimbalzo degli utili di circa il 10% nel 2024”. 

“Per ora – conclude quindi l’esperto -, rimaniamo leggermente sottopesati sulle azioni. A livello di singoli Paesi, sovrappesiamo Regno Unito, Cina e Giappone e preferiamo leggermente l’Europa rispetto agli Stati Uniti. Guardando invece ai settori, manteniamo una posizione di overweight nel settore bancario, beni strumentali, finanziari, alimentari, health care equipment, trasporti e software, di underweight invece verso media, commercial e professional services, retail e telecomunicazioni”.

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