Ripresa, seconda ondata e presidenziali Usa in cima alla lista. Mentre tra le scelte vincenti gli strategist vedono il tech e gli investimenti Esg. Il Natixis Strategist Outlook 2020
L’andamento della ripresa, una possibile seconda ondata di contagi e le presidenziali statunitensi. Sono tre i temi fondamentali per gli investitori in questo memento che si interrogano sui possibili rischi da qui a fine anno per i mercati. Lo rivela l’ultimo Natixis Strategist Outlook, pubblicato dal Natixis Investment Institute, che sulla scia del più rapido e marcato sell-off e del più veloce rimbalzo della storia traccia un outlook economico relativamente ottimistico, anche se una piena ripresa richiederà tempo.
Il report, che sintetizza la view di 36 tra strategist, economisti e gestori di portafoglio di Natixis Investment Managers, di 14 delle sue affiliate e di Natixis Corporate & Investment Banking, mostra un ampio allineamento sui rischi futuri e su alcune probabili conseguenze a lungo termine della crisi Covid, fornendo tuttavia opinioni differenti riguardo a cosa tutto ciò comporti per gli asset di rischio nei prossimi mesi.
“Se da un lato vi è un generalizzato consenso sul fatto che la strada della ripresa sarà accidentata, dall’altro non è certo chiara la direzione che i mercati imboccheranno da qua a fine anno. Quello che ci aspettiamo nel percorso di avvicinamento alle presidenziali è una maggiore volatilità di matrice politica e, in maniera non del tutto inaspettata, un vero e proprio dramma elettorale”, spiega Esty Dwek, head of global macro strategy solutions di Natixis Im.
Il cammino di ripresa
Nonostante il rimbalzo finora registrato e il sostegno fiscale e monetario senza precedenti fornito fino a oggi, un terzo degli strategist prevede una ripresa a forma di W, prospettando di fatto un’altra fase di flessione. Si tratta di un’idea condivisa dagli esperti di Natixis i quali, nello specifico per il 47% degli intervistati, anticipano un rally, mentre per il restante 53% sono orientati in direzione di un sell-off, interrogandosi non sulla possibilità o meno di una seconda fase di declino – data per certa dal loro punto di vista – quanto piuttosto di quando tale seconda battuta d’arresto si materializzerà. Di conseguenza, quasi la metà (44%) ritiene che, nonostante la ripresa sia in corso, lo slancio iniziale potrebbe arrestarsi. E nonostante la rapida ripresa del mercato azionario, sono pochi gli esperti (2,8%) a prevedere che l’economia segue la medesima traiettoria.
Covid è il primo rischio
Dinanzi alla possibilità di un aumento dei contagi dovuti a una seconda ondata su scala globale in tutto il mondo in autunno e all’inizio dell’inverno con la stagione influenzale, l’86% degli intervistati mette la pandemia al primo posto tra i rischi, con un punteggio medio di rischio pari a 7,5. Inoltre, anche se gli intervistati non mostrano timori riguardo a rischi di mercato derivanti da interferenze straniere nelle prossime presidenziali americane (punteggio di rischio medio 3,5), gli strategist anticipano una fase di volatilità di matrice politica e un cosiddetto “dramma elettorale”.
Biden vs Trump: pro e contro
Nonostante un orientamento condiviso sulla possibile vittoria di Biden (78%), vi è preoccupazione su come qualsiasi risultato sarà accolto dal pubblico americano. La metà degli intervistati prevede che i risultati saranno contestati a prescindere e l’altra metà immagina disordini sociali legati all’esito delle urne. La maggioranza dei partecipanti ritiene che un’elezione di Biden possa portare benefici sul fronte del commercio globale (75% degli intervistati) e per tutto quanto ruota intorno al tema del rischio di natura geopolitica (75%), mentre il 61% degli esperti evidenzia tra i lati positivi del partito Democratico il tema dell’economia globale. Nonostante la fiducia in una vittoria di Biden, più della metà (58%) ritiene che la rielezione di Trump rappresenterebbe un esito migliore per i mercati azionari, date le prospettive di minori imposte societarie e una percezione pro-business correlata a Trump. Parlando invece di reddito fisso, gli strategist si concentrano sul ruolo predominante della Fed e sulla convinzione che i tassi saranno ancora più bassi più a lungo, indipendentemente da chi siederà nello Studio Ovale.
Vincitori e vinti; previsioni positive sull’Esg
Gli strategist sono unanimi nell’individuare il tema della tecnologia come un chiaro vincitore. Allo stesso modo, il 94% si aspetta una sempre maggiore rilevanza della sanità pubblica a livello politico e al terzo posto (91%) si colloca il business relativo al filone dello stay-at-home. L’elemento più sorprendente, tuttavia, è ciò che la pandemia rivela sulla resilienza degli investimenti Esg. Con le strategie di investimento Esg che nei primi sei mesi dell’anno hanno dato prova delle proprie caratteristiche difensive, l’interesse per questa tipologia di investimento è cresciuto in modo sostanziale, fornendo a tale approccio una chiara evidenza che lo rende vincente per il 91% degli strategist, con il 75% del campione che crede in una maggior predominanza degli investimenti Esg come risultato della crisi. Con milioni di persone che rimangono a casa e le prospettive di un lento percorso di ripresa economica, l’intrattenimento tradizionale (85%) e i viaggi (83%) sono tra settori più colpiti. Anche il settore dell’energia, che ha affrontato sfide proprie sin dal primo trimestre del 2020, sarà uno dei settori più frenati per il 77% degli intervistati.