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Mercati, rally di Natale grazie a vaccini e banche centrali

Secondo Ig Italia, gli investitori intensificheranno gli acquisti grazie all’aumento di liquidità e compreranno le azioni delle società sottovalutate, la cosiddetta rotazione settoriale

Il 9 novembre gli indici azionari statunitensi hanno toccato nuovi massimi assoluti, dopo l’annuncio da parte di Pfizer e di Biontech dei positivi risultati preliminari del proprio vaccino. Il pool di vaccini in corsa ha visto l’arrivo delle varianti di Moderna e AstraZeneca, senza dimenticare in prospettiva la possibile approvazione di quelli Johnson&Johnson (Janssen), Novavax e la diffusione del vaccino russo Sputnik V portato avanti dal Gamaleya Institute. Ma quali potranno essere gli effetti sui mercati dopo i progressi della “Vaccine Race”?

Per Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia, i rialzi evidenziati sui mercati azionari nei mesi passati potrebbero proseguire anche per il mese di dicembre, confermando il cosiddetto Rally di Natale. “Manteniamo quindi la nostra view bullish su azionario statunitense ed europeo”, afferma l’esperto secondo cui saranno tre i principali driver. Innanzitutto l’approvazione Fra e Ema sul vaccino di Pfizer/Biontech (prime settimane di dicembre) e il probabile successivo via libera al vaccino di Moderna e AstraZeneca, poi le nuove misure non convenzionali ultra-espansive da parte delle banche centrali e infine il probabile allentamento delle misure di lockdown in Europa durante il periodo pre-natalizio

“L’iter approvativo e l’inizio della distribuzione dei vaccini farà scontare ai mercati un miglioramento delle condizioni economiche nei prossimi trimestri con un forte allentamento delle misure restrittive poste in essere per contenere l’espansione del virus”, precisa Diodovich, stando al quale all’effetto generato dai vaccini anti Covid-19 dobbiamo aggiungere i prossimi sviluppi dettati dalle azioni delle Banche Centrali.

“La banca centrale europea ha già annunciato di volere intervenire in modo forte per mantenere la stabilità dei mercati finanziari – prosegue -. Ci aspettiamo due mosse già confermate nelle scorse settimane: un rafforzamento del piano Pepp, incremento di 500 mld di euro e posticipata scadenza  del piano, da giugno 2021 a dicembre 2021, e tassi ancora più agevoli nelle aste di rifinanziamento del settore bancario Tltro. In futuro (primavera 2021) ci aspettiamo un ulteriore approfondimento sul tema del debito europeo detenuto dalla Bce. Le pressioni degli ex Pigs con l’aggiunta della Francia potrebbero portare a nuove misure di ingegneria finanziaria per ristrutturare il debito in possesso dell’istituto di Francoforte”. 

Diodovich si aspettia anche una Federal Reserve particolarmente “dovish” nel meeting 15-16 dicembre. “Dopo le discussioni con Steven Mnuchin, segretario al Dipartimento del Tesoro, che ha tolto l’uso di due facilities per il credito ai governi locali, e la mancata approvazione del piano di aiuti fiscali fermo al Congresso da parecchi mesi, Jerome Powell dovrà passare al piano B, ovvero una nuova massiccia iniezione di liquidità nel sistema per compensare il ritardo dell’approvazione del piano di aiuti e limitare i danni dell’aumento dei contagi di Covid-19 negli Stati Uniti – osserva -. Ci aspettiamo che la Fed possa decidere di incrementare il proprio piano di quantitative easing su treasuries da 80 miliardi di dollari a 120 miliardi di dollari (invariato acquisto di 40 miliardi di dollari in Mbs), allungando le scadenze medie dei propri acquisti di titoli (mettendo pressioni al ribasso ai rendimenti dei Treasuries di medio/lungo termine). Crediamo che la Fed possa già agire nel meeting di dicembre, sorprendendo i mercati impegnandosi nel rafforzamento del piano Qe”. 

Secondo l’esperto, ci troveremmo invece di fronte a uno  scenario completamente diverso, e avverso per i mercati azionari, in caso di mancata approvazione dei vaccini entro fine anno e di banche centrali poco accomodanti in stance “wait and see”.

“E nel primo trimestre 2021 crediamo che ci possano essere ulteriori elementi che aumenteranno i rischi sui mercati – evidenzia -. Negli Stati Uniti una data fondamentale sarà il 5 gennaio quando si terranno i ballottaggi in Georgia per decidere gli ultimi 2 seggi del Senato. Una vittoria democratica porterebbe il Senato ad avere 50 votanti conservatori e 50 votanti democratici (48 del partito democratico + 2 indipendenti)  con il voto decisivo che sarebbe affidato al vicepresidente, ovvero Kamala Harris (sempre se effettivamente dopo le battaglie legali ci sarà la transizione da Trump/Pence a Biden/Harris). Una vittoria democratica accelererebbe il piano di riforme della Bidenomics ma soprattutto porterebbe a un piano di aiuti ‘monstre’ da almeno 2,2 trilioni di dollari, come già proposto dalla speaker democratica Nancy Pelosi negli scorsi mesi. Una vittoria repubblicana in Georgia invece causerebbe un notevole ritardo e ulteriori negoziazioni al Congresso comportando una correzione degli indici (effetto di un gridlock sulle Borse negativo nel breve, ma positivo nel medio/lungo periodo). In Europa le preoccupazioni maggiori riguardano l’approvazione e il rilascio dei fondi del Next Generation EU/Recovery Fund che potrebbero arrivare troppo in ritardo rispetto alle esigenze dei paesi più in difficoltà”. 

“Ci aspettiamo un proseguimento del trend rialzista evidenziato nel mese di novembre dai principali indici azionari, legato alle aspettative di notizie positive relative all’approvazione dei vaccini da parte di Fda/Ema e dalle ulteriori iniezioni di liquidità da parte delle banche centrali – conclude Diodovich -. Gli investitori aumenteranno i propri acquisti grazie all’aumento di liquidità e compreranno le azioni delle società sottovalutate che più hanno risentito dell’emergenza coronavirus, la cosiddetta rotazione settoriale”.

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