Tassi, inflazione, volatilità, recessione, ritorno dell’obbligazionario e incertezza dell’azionario: ecco il mid-year market outlook 2023 di T. Rowe Price
La seconda metà dell’anno si preannuncia ancora nel segno dell’incertezza, con dati macro difficili da decifrare e una volatilità destinata a restare elevata sui mercati, in particolare sul fronte dei tassi di interesse. Scongiurata la tanto temuta recessione nei primi sei mesi del 2023, T. Rowe Price, società di gestione indipendente con 1.350 miliardi di dollari di AuM, si aspetta infatti che la solidità della congiuntura sia di nuovo messa alla prova nel secondo semestre, quando si faranno sentire appieno gli effetti di tassi di interesse più elevati e di una minore liquidità. “Se le economie e i mercati siano in grado o meno di continuare a smentire le previsioni più pessimiste nella seconda metà dell’anno è una domanda aperta – osserva Sébastien Page, Cfa head of global multi‑asset and chief investment officer – Molti indicatori economici mandano segnali di allarme, ma il persistere di distorsioni figlie della pandemia rendono difficile distinguere il segnale dal rumore, le informazioni utili dai dati senza significato”.
Nonostante la crisi bancaria seguita al fallimento di alcune banche statunitensi regionali appaia contenuta, secondo gli esperti di T. Rowe Price gli effetti sulle condizioni di finanziamento si faranno sentire più avanti. Anche la soluzione alla disputa sull’innalzamento del tetto del debito Usa potrebbe limitare la liquidità sul mercato nella seconda metà dell’anno perché il Tesoro Usa dovrà tornare a ricostruire le riserve dei conti prosciugati della Fed. Inoltre, se i bassi livelli di disoccupazione aiutano a sostenere la domanda dal lato dei consumi, che è positiva per gli utili societari, questo sarà potenzialmente negativo per l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi e i tassi di interesse.
Tassi di interesse più alti più a lungo e inflazione ostinata
Gli esperti di T. Rowe Price si aspettano poi che i tassi di interesse si mantengano su livelli elevati più a lungo, mentre restano difficili da stabilire le tempistiche di un futuro possibile taglio del costo del denaro su entrambe le sponde dell’Atlantico. Il persistere di pressioni inflattive (come i prezzi al consumo ‘core’ e l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi del settore dei servizi, oltre al rischio di un nuovo shock dei prezzi energetici soprattutto in Europa) resta infatti il primario ostacolo globale all’ammorbidimento delle politiche monetarie.
Secondo Page l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi Usa si bloccherà intorno al 3%, magari al 4% per un po’ di tempo, un livello doppio rispetto all’obiettivo della Fed. In Giappone, dove diversamente da tutte le altre banche centrali la BoJ è rimasta accomodante, la reflazione è una buona notizia; ma potrebbe indurre la BoJ ad interrompere i controlli sui tassi dei governativi con scadenze lunghe, che sarebbe a sua volta una cattiva notizia per i mercati obbligazionari di tutto il mondo.
In questo contesto ancora opaco, non mancano tuttavia le opportunità di investimento in settori specifici, fra cui le small cap e i bond high yieldCon il termine High Yield (letteralmente alto rendimento) ci... Leggi. Valutazioni più a sconto e l’indebolimento del dollaro potrebbero inoltre rendere attraenti i mercati azionari globali fuori dagli Stati Uniti. Così come la curva positiva dei rendimenti rende interessanti i mercati obbligazionari globali e non solo statunitensi. Con i tassi a breve su livelli attraenti e un’elevata incertezza economica, ha inoltre senso considerare di tenersi una riserva di liquidità e investire in scadenze molto brevi. Ma proprio alla luce della persistente incertezza un’attenta selezione dei titoli diventa cruciale. “Una gestione attiva e specializzata può aiutare gli investitori ad evitare le esposizioni più rischiose”, sottolinea Page.
È davvero il momento del ritorno dei bond?
Se è vero che sono tornati i rendimenti sull’obbligazionario, lo slogan secondo cui, universalmente, ‘sono tornati i bond’ potrebbe essere leggermente troppo ottimistico. Alcuni bond sono convenienti, altri potrebbero tornare a esserlo in futuro. Con una curva dei rendimenti invertita negli Usa (dove le scadenze brevi rendono di più di quelle lunghe), gli esperti di T. Rowe Price, invitano alla cautela, prima di investire aggressivamente sulle scadenze più lunghe dell’obbligazionario statunitense.
Dato che l’upside sull’azionario potrebbe essere limitato da un contesto economico incerto, le emissioni societarie high yieldCon il termine High Yield (letteralmente alto rendimento) ci... Leggi globali potrebbero offrire migliori ritorni. Il rialzo dei rendimenti continua infatti a offrire opportunità significative nel credito high yield che, con tassi dell’8-10% e spreadNel mondo dei prestiti, per spread si intende il ricarico ch... Leggi vicini alla media dei 10 anni, risultano attraenti in qualsiasi scenario eccetto quello di una dura recessione globale. A fine maggio gli analisti di T. Rowe Price prevedono un tasso di default sugli high yieldCon il termine High Yield (letteralmente alto rendimento) ci... Leggi Usa di circa il 3% per i prossimi 12 mesi, grosso modo in linea con la media storica di lungo periodo. Selettivamente, sono da privilegiare anche le obbligazioniLe obbligazioni sono titoli rappresentativi del capitale di ... Leggi dei mercati emergenti in valuta locale in un momento in cui alcune banche centrali locali sono vicine a tagliare i tassi creando opportunità di apprezzamento del capitale in quei mercati.
Azionario, le mega-cap tecnologiche restano interessanti nonostante il recente rally
Le stime di crescita degli utili societari sono state riviste al ribasso ma, secondo Page, potrebbero dover essere ulteriormente tagliate nel secondo semestre. Anche una modesta flessione degli utili metterebbe ulteriore pressione sulle valutazioni già tirate delle large-cap Usa. Non mancano tuttavia le occasioni anche a Wall Street. T. Rowe Price vede opportunità soprattutto nelle small cap Usa, che continuano ad avere valutazioni attraenti.
“Se il P/E dello S&P 500 è più vicino alla parte alta del suo range a dieci anni che alla parte bassa, per l’indice S&P 600, uno dei principali benchmarkIl benchmark è un indice di riferimento che viene utilizzat... Leggi delle small cap Usa, è vero il contrario. Le small cap Usa sono prezzate come nel 2008”, afferma Page. Interessanti anche le mega cap tecnologiche, duramente colpite dal sell-off del 2022, in parte per colpa di valutazioni eccessive. Queste ultime hanno rimbalzato decisamente quest’anno, anche spinte dal crescente entusiasmo per applicazioni di intelligenza artificiale come ChatGPT e continueranno a beneficiare proprio degli sviluppi sull’intelligenza artificiale. Secondo T. Rowe Price, infatti, solo le piattaforme tecnologiche più grandi avranno le risorse per sviluppare nuove applicazioni AI e/o migliorare quelle esistenti.
E il rally di Wall Street è destinato a continuare? Page si definisce un “orso riluttante” sull’azionario Usa nonostante le valutazioni elevate e un outlook sugli utili non incoraggiante. Cambiamenti strutturali, quali il miglioramento della corporate governance e dell’allocazione del capitale delle imprese giapponesi, potrebbero essere un motore di lungo periodo per l’azionario nipponico. La view di T. Rowe Price è infine positiva anche per la borsa cinese nonostante i problemi economici strutturali del paese. Ma gli investitori non devono trascurare i rischi geopolitici, in particolare quello di un conflitto con Taiwan.