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Niente paura: l’oro è ancora un porto sicuro

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Nonostante la fase di ribasso, secondo Gam dollaro e banche centrali continueranno a favorire il metallo giallo nel medio-lungo periodo

Dopo la corsa estiva che sembrava non dovesse mai finire, nelle ultime sedute abbiamo assistito ad una profonda correzione dei metalli preziosi, pur in presenza di un aumento della volatilità sui mercati finanziari. Così molti investitori hanno cominciato a chiedersi se l’oro sia ancora un bene rifugio di cui potersi fidare. Per Massimo De Palma, responsabile team multi asset Italia di Gam (Italia) Sgr, quella cui stiamo assistendo è solo una correzione fisiologica e il metallo giallo continuerà ad essere un utile complemento in un portafoglio diversificato. Per una serie di ragioni.

L’intenso rally agostano, per alcuni versi fin troppo rapido rispetto ai fondamentali, è favorito dagli ingenti flussi in arrivo sull’asset class da parte di piccoli risparmiatori e strategie quantitative ‘trend following’. Da inizio settembre questo movimento si è dapprima interrotto e poi invertito bruscamente, in seguito alla conferenza stampa di Powell. “Le aspettative probabilmente troppo elevate degli investitori a riguardo di possibili ulteriori misure di allentamento della Fed hanno infatti generato, in assenza di novità rilevanti, una tipica reazione ‘restrittiva’ del mercato, con un deciso recupero del dollaro e l’indebolimento di azionario e, per l’appunto, metalli preziosi”, spiega l’esperto.

Teoricamente, come ricorda De Palma, una delle virtù del metallo prezioso è quella di mostrare capacità di difesa in caso di ascesa dell’avversione al rischio. “Non è stato questo il caso – puntualizza -. La correzione, dopo la corsa degli ultimi mesi, può essere però considerata fisiologica, soprattutto nell’ottica del rafforzamento del dollaro, che ha altrettanto ‘fisiologicamente’ recuperato da livelli di ipervenduto”.

Alla luce di questo movimento, l’esperto consiglia quindi di passare nuovamente in rassegna le principali variabili a cui è legato l’oro. “Soffermandoci più approfonditamente sul dollaro – evidenzia -, con il quale i metalli preziosi in generale mostrano una significativa correlazione inversa, da un punto di vista fondamentale la divisa americana è da anni sopravvalutata nei confronti dell’euro: in termini di parità del potere d’acquisto, il cambio dovrebbe situarsi attorno a 1,30. Il ruolo di valuta rifugio del dollaro potrebbe continuare a sostenerne le valutazioni, soprattutto nel breve termine, ma riteniamo che, in un’ottica di medio-lungo periodo, la direzione sia nel senso di un ulteriore indebolimento, circostanza che favorirebbe i metalli preziosi”. 

Inoltre, l’oro è molto correlato con tassi reali e con la liquidità globale: ha quindi beneficiato ampiamente delle politiche monetarie non convenzionali lanciate negli ultimi anni. “Al momento, non intravediamo alcuna inversione di tendenza nell’impegno delle Banche Centrali – conclude dunque De Palma -. Gli ultimi messaggi vanno anzi nella direzione di rassicurare gli investitori sul fatto che le misure straordinarie verranno mantenute in essere fino a quando l’inflazione non raggiungerà il livello target del 2% in maniera sostenibile. In assenza di messaggi di segno contrario, pensiamo quindi che l’oro continuerà ad essere un utile complemento in un portafoglio diversificato”.

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