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Non solo Russia: attenti all’azionario cinese

Schmitt (Ethenea) consiglia: niente Russia in portafoglio, salvo Inditex, indirettamente. E fuori da Alibaba in Cina

“Ancor prima che la situazione ucraina si aggravasse, a inizio febbraio avevamo ampliato le componenti di copertura del fondo e ridimensionato la quota azionaria netta, portandola poco sotto il 50%. Tuttavia, continuiamo a porre un’enfasi strategica su azioni selezionate di società con modelli di business particolarmente robusti e promettenti”, spiega Christian Schmitt, portfolio manager di Ethenea e gestore del fondo multiasset Ethna-Dynamisch, che raccomanda prudenza non solo sull’azionario russo, ma anche su quello cinese.

Negli ultimi giorni, l’attenzione dei mercati dei capitali è stata catalizzata dal tema del conflitto in Ucraina, facendo passare in secondo piano tutte le altre questioni. La Russia è strettamente connessa all’economia mondiale, soprattutto nei settori delle materie prime e dell’energia. L’aumento dei prezzi e le carenze continueranno verosimilmente ad alimentare l’inflazione e a mantenerla alta a livello globale. In Europa, in particolare, secondo Schmitt la guerra e i rincari energetici potrebbero costituire un freno economico sempre più forte.

Alla luce dei persistenti, se non crescenti, rischi di inflazione e della fin troppo buona situazione occupazionale sul mercato del lavoro, per il gestore è quindi da escludere nel prossimo futuro un sostegno pronunciato da parte delle banche centrali sui mercati dei capitali. “Tutto incide negativamente sui mercati che si trovano già in una situazione tesa. Oltre ai ben noti rischi di valutazione nei singoli segmenti growth dei mercati azionari, si aggiungono ora rischi di crescita, che possono a loro volta penalizzare modelli di business più ciclici”, sottolinea.

“In questo contesto, nel nostro portafoglio azionario non ci sono significativi punti di contatto diretti con la Russia e le regioni confinanti – precisa Schmitt -. L’unica eccezione è il colosso spagnolo dell’abbigliamento Inditex, che genera circa il 5% del suo fatturato in Russia con marchi quali Zara e Massimo Dutti: dopo una flessione di quasi il 20% del prezzo delle azioni dall’inizio dell’anno, riteniamo che la valutazione di questo leader settoriale rifletta i rischi e a fine febbraio abbiamo rafforzato la nostra posizione”. 

“Abbiamo invece liquidato completamente la posizione nella holding cinese Alibaba, che si concentra sul commercio online e per la quale abbiamo a lungo ritenuto che molti rischi societari fossero scontati dai prezzi. Tuttavia, i recenti avvenimenti in Russia ci hanno ricordato in modo inequivocabile che il rischio politico negli Stati non liberi è imprevedibile e può oscurare le opportunità di business per molto tempo” conclude il gestore.

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