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Non tutti i dividendi sono uguali: 4 fattori (più uno) da considerare

Secondo J. Safra Sarasin, gli investitori a lungo termine dovrebbero privilegiare i titoli di alta qualità che hanno una comprovata storia di crescita stabile dei dividendi. Ecco come individuarli

Gli investimenti in dividendi sono generalmente riconducibili a due stili, secondo Jean-Philippe Hechel, lead portfolio manager della strategia JSS Sustainable Equity – Global Dividend di J. Safra Sarasin. Uno che si concentra sulle società che offrono rendimenti da dividendo superiori alla media, e l’altro che tende ad attribuire maggiore importanza alle società che hanno mantenuto nel tempo una crescita costante dei dividendi. “Noi riteniamo che gli investitori a lungo termine debbano privilegiare i titoli di alta qualità che hanno una comprovata storia di crescita stabile dei dividendi”, afferma quindi l’esperto, secondo cui quando si analizzano i titoli da dividendo, ci sono diversi elementi importanti da considerare oltre al rendimento.

Il primo è la crescita dei dividendi. “Il tasso di crescita dei dividendi è un fattore importante da considerare in quanto indica la capacità della società di aumentare i dividendi nel tempo. Un dividendo costante e in crescita è segno di una società sana e stabile”, assicura. Il secondo è il Dividend Payout Ratio, che misura la percentuale di utili distribuiti sotto forma di dividendi. “Un payout ratio basso indica che una società trattiene più utili affinché essi vengano reinvestiti, mentre un payout ratio alto può indicare che una società dà priorità ai dividendi rispetto agli investimenti per la crescita”, spiega.

Da considerare c’è anche la solidità finanziaria. “È fondamentale per valutare la sostenibilità nel pagamento dei dividendi – sottolinea Hechel -. Oltre ad analizzare la redditività e il flusso di cassa, gli investitori dovrebbero valutare i livelli di indebitamento, la liquidità e la solvibilità di una società. Un’azienda finanziariamente sana garantisce stabilità e flessibilità operativa e, quindi una maggiore visibilità. Inoltre, fattori fondamentali come il potere di determinazione dei prezzi, la competitività e la capacità di innovazione giocano un ruolo importante nel pagamento dei dividendi futuri”. Infine è importante anche il contesto fiscale. “Il contesto normativo può avere un ruolo nelle politiche dei dividendi delle società. Ad esempio, alcuni Paesi europei incentivano le società a pagare i dividendi, mentre in Nord America gli investitori sono tassati pesantemente sui dividendi, creando un minore incentivo per le società a distribuire dividendi”, fa notare.

Scegliere l’alta qualità rispetto ai rendimenti più elevati

Per l’esperto, l’analisi di questi quattro fattori è essenziale per individuare le società che distribuiscono dividendi di alta qualità. “Si tratta di titoli che hanno costantemente mostrato un aumento dei dividendi e che presentano bilanci solidi con una bassa leva finanziaria – argomenta -. Tendono ad avere una posizione finanziaria stabile e sostenibile, che consente loro di continuare a pagare dividendi in futuro attraverso i flussi di cassa operativi. Al contrario, le società che distribuiscono dividendi di bassa qualità sono solitamente quelle che possono avere bilanci più deboli, prospettive di guadagno incerte o politiche di dividendo non sostenibili. Tali società potrebbero prendere in prestito denaro o utilizzare altri mezzi per finanziare la distribuzione dei loro dividendi, il che potrebbe non essere sostenibile e avere un impatto negativo sulla solidità finanziaria della società nel lungo periodo. I titoli con dividendi di bassa qualità sono generalmente considerati più rischiosi di quelli di alta qualità, che sono sostenuti da solidi fondamentali finanziari e da politiche di dividendi sostenibili”.

Perché integrare la sostenibilità ha senso?

Inoltre, secondo Hechel, prendere in considerazione la sostenibilità aiuta a individuare le società che gestiscono meglio i rischi Esg, il che potrebbe limitare il loro rischio reputazionale, ma anche migliorare la visibilità sul pagamento dei dividendi. “Ad esempio – chiarisce – è probabile che le società con solide pratiche ambientali, sociali e di governance abbiano modelli di business più sostenibili e abbiano minori probabilità di incorrere in rischi normativi o reputazionali in futuro. Grazie all’integrazione dell’Esg, non investiamo solo nelle classiche aziende difensive, ma puntiamo anche a società di alta qualità in settori più ciclici. Le società energetiche, in particolare, ne sono un buon esempio. Pochi operatori del settore sono attualmente attivi nel sostenere la transizione verso un’economia più verde. In questo settore è particolarmente importante concentrarsi sulle società che hanno una buona governance e che, oltre ad affrontare le sfide ambientali, sono in grado di gestire al meglio i rischi sociali, come quelli relativi a salute e sicurezza”.

Per l’esperto, Paccar è un buon esempio di azienda con un lungo track record nella distribuzione di dividendi. È un’azienda produttrice di veicoli commerciali premium e di tecnologie correlate, che paga dividendi da oltre 80 anni. La società è nota per i robusti risultati finanziari e la costanza nel pagamento dei dividendi riflette la sua stabilità finanziaria e la sua affidabilità. “Negli ultimi anni, Paccar ha aumentato il dividendo, dimostrando l’impegno dell’azienda nel restituire valore agli azionisti. Inoltre, Paccar ha un beta inferiore a 1, il che significa che le sue azioni tendono a essere meno volatili rispetto al mercato. Questo potrebbe essere un altro fattore che la rende una scelta interessante per gli investitori orientati ai dividendi”, conclude Hechel.

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