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Obbligazionario, cosa spettarsi da qui a fine anno

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Per Tikehau Capital, meglio puntare sui titoli investment grade a duration bassa

Nel settore obbligazionario, dopo anni di tassi negativi, oggi l’assunzione del rischio è, secondo Raphael Thuin, head of capital market strategies di Tikehau Capital, finalmente compensata. Sebbene il rischio di ribasso rimanga e il potenziale di rialzo dei tassi sia reale, infatti, gli asset obbligazionari appaiono più interessanti rispetto alla maggior parte delle altre asset class. “Visti i rendimenti attuali, spesso ai livelli più alti degli ultimi 15 anni, una strategia che capitalizzi quelle che sono diventate cedole elevate nel settore obbligazionario offre, a nostro avviso, prospettive interessanti nel lungo periodo”, afferma.

Thuin fa notare come gli ultimi 18 mesi siano stati caratterizzati da una netta sottoperformance dell’investment grade rispetto all’high yield. “Gli spread ig sono ora ampi rispetto a quelli hy e, a nostro avviso, più in linea con uno scenario di rallentamento macroeconomico. In un momento in cui il refinancing diventa sempre più difficile, ora che il capitale ha un valore e la liquidità un prezzo, l’ig offre un’esposizione a fondamentali di credito più solidi, pur essendo scambiati a sconto data la recente sottoperformance. A nostro avviso, si tratta dello sweet spot nel mercato attuale”, osserva.

A parità di condizioni, secondo l’esperto, il reddito fisso è prima di tutto un prodotto legato ai tassi, per cui l’asset class beneficerebbe di un calo dei tassi risk-free. Detto questo, l’impatto sugli spread in un simile scenario è più incerto, a seconda delle ragioni per cui i tassi di interesse scendono. “Se il calo è dovuto a buoni motivi – argomenta -, come ad esempio a una normalizzazione dell’inflazione senza una grave recessione economica, ovvero un soft landing, gli spread dovrebbero rimanere contenuti. Sarebbe lo scenario perfetto per gli investitori nel reddito fisso. Se invece i tassi dovessero scendere a causa del crollo dell’economia dopo mesi di politiche monetarie restrittive, ovvero un hard landing, l’effetto sul settore obbligazionario sarebbe probabilmente più impegnativo, in quanto i default aumenterebbero e gli spread si amplierebbero in modo significativo. Si tratterebbe di uno scenario particolarmente negativo per le obbligazioni high yield più sensibili agli spread creditizi e meno ai movimenti dei tassi d’interesse”.

Data l’incertezza e il rischio di un hard landing, Thuin resta cauto nella sua asset allocation. “Indipendentemente da ciò che accadrà, tuttavia, crediamo che la soluzione migliore per gli investitori sia investire in emittenti che consideriamo di alta qualità, con una leva finanziaria e un rischio di rifinanziamento limitati, soprattutto dopo un mese di sottoperformance per il segmento investment grade. All’interno di questo spazio, tendiamo a privilegiare i titoli a duration bassa, per trarre vantaggio da curve dei rendimenti molto piatte, pur mantenendo una posizione prudente sulla duration”, conclude.

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