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Obbligazionario, è in arrivo il baby toro

comprare ai minimi

Per Payden & Rygel in questo momento il carry è interessante ed è improbabile vedere rendimenti negativi in futuro. I titoli azionari potrebbero invece andare in contro a cali a due cifre

Con l’aumento dei rendimenti di circa il 2,5% dallo scorso anno, secondo Natalie N. Trevithick, gestore del comparto Payden Us Low Duration Credit Fund e responsabile delle strategie Us Investment Grade Corporate di Payden & Rygel, la fase rialzista dell’obbligazionario si può dire conclusa. E ci si può augurare di esser pronti per una nuova era di investimenti nel reddito fisso. 

“Se si considera che, a inizio anno, investendo in un’obbligazione societaria si poteva ottenere a malapena il 2%, mentre oggi si può arrivare al 4%, sembra che il ‘vecchio toro’ delle obbligazioni abbia ceduto il posto a un ‘baby toro’ – afferma l’esperta -. Potrebbe passare del tempo prima che questo nuovo toro esprima tutto il proprio potenziale, ma riteniamo che i mercati quest’anno abbiano già prezzato la maggior parte dei rendimenti negativi e che il carry che si ottiene dai titoli societari investment grade sia superiore a quello che si poteva ottenere un anno fa con un’obbligazione high yield. Pertanto, in prospettiva, riteniamo che oggi il mercato rappresenti un punto di ingresso più interessante per gli investitori”.

Guardando alla curva dei tassi, per la Trevithick un notevole punto di forza è dato dallo spettro delle scadenze a due-tre anni. La curva dei rendimenti si è infatti notevolmente appiattita, quindi i maggiori guadagni si ottengono nella parte anteriore della curva senza assumere la duration dello spread che, in caso di eventuali ampliamenti, potrebbe condurre a rendimenti negativi.

“Gli investitori che sono usciti dal mercato alla fine dell’anno hanno evitato un duro colpo, purché abbiano mantenuto la liquidità senza investirla in equity, ma in futuro, quando le azioni potrebbero andare in contro a cali a due cifre percentuali, le obbligazioni costituiranno una valida componente difensiva per i portafogli – afferma -. Riteniamo quindi che in questo momento il carry sia interessante e che, lato obbligazioni, sia improbabile vedere simili rendimenti negativi in futuro, mentre l’andamento dei titoli azionari potrà continuare ad essere negativo: l’obbligazionario può pertanto costituire una componente fondamentale nella strategia complessiva di riequilibrio del portafoglio”.

Secondo l’esperta, al momento il rischio che negli Stati Uniti le società non effettuino i pagamenti degli interessi, sia per gli emittenti investment grade che per quelli high yield, non sussiste. “Non stiamo assistendo a molti declassamenti da investment grade ad high yield, anzi, è vero il contrario: prevediamo che quest’anno oltre 250 miliardi di dollari di obbligazioni ad alto rendimento diventeranno investment grade – assicura -. La qualità del credito è ancora in ascesa e i fondamentali delle aziende sono piuttosto solidi, con elevati livelli di free cash flow. Monitoriamo attentamente la compressione dei margini e la capacità delle aziende di trasferire alcuni di questi aumenti dei costi. Alcune tendenze nel settore dei beni di consumo rendono più difficile il trasferimento dei costi alimentari, ma partiamo da un livello molto alto dei margini di profitto, quindi per ora non nutriamo alcuna preoccupazione per i fondamentali”.

Certo, il futuro sarà volatile e non è prevedibile, quindi per la Trevithick occorre gestire i portafogli con la consapevolezza che la situazione economica complessiva sia ancora abbastanza buona, ma che potrebbe presto smettere di esserlo. “Non riteniamo probabile assistere a un’effettiva recessione nel corso del 2022, ma una certa stabilità di portafoglio risulta essenziale e confidiamo nel fatto che le obbligazioni saranno in grado di sovraperformare in un contesto di mercato negativo”, avverte.

“Se si ha l’opportunità di investire del denaro oggi, occorre effettuare un’analisi di breakeven – chiarisce -. Se spread e tassi d’interesse rimangono invariati, è possibile aspettarsi un rendimento di circa il 4,5% per cento, ma se anche dovessimo assistere ad un ampliamento oltre i 50 punti base, il rendimento resterebbe comunque positivo. Dal momento che non nutriamo eccessiva fiducia in una fase rialzista e riteniamo che gli spread continueranno ad aumentare d’ora in poi, non ci sono motivi per cui gli investitori, vista l’incertezza del mercato, non debbano chiedere un premio per il rischio più elevato. Guardando al futuro, tra obbligazioni e azioni, il rischio di un potenziale ribasso delle azioni resta molto più elevato rispetto alle obbligazioni”.

Un’eccezione degna di nota per la Trevithick è rappresentata dal ritorno della domanda di obbligazioni societarie a 30 anni, da ricondurre al fatto che molti piani pensionistici hanno accumulato investimenti in eccesso, e di conseguenza hanno scelto di proteggere i propri portafogli spostandosi dalle azioni, che hanno avuto un 2021 eccezionale, alle obbligazioni a lunga scadenza. “Finché attività e passività coincidono, ci si preoccupa meno dei rendimenti assoluti di una determinata asset class, e proprio questa dinamica ha sostenuto la parte finale della curva dei tassi, che sta performando in linea con la parte a breve”, conclude.

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