Per Ubp i rendimenti decennali Usa cresceranno come i loro omologhi tedeschi confermando di un livello intorno al 1,7-2,0% per la fine dell’anno
Il mese scorso, i prezzi delle azioniLe azioni sono titoli rappresentativi del capitale di una so... Leggi e delle obbligazioniLe obbligazioni sono titoli rappresentativi del capitale di ... Leggi globali sono diminuiti, confermando che settembre è, come si suol dire, il “mese debole della stagione e peggiore dell’anno”. Dopo che Fed e Bce hanno comunicato l’intenzione di annunciare il tapering nei prossimi mesi e alla luce dell’aumento dei prezzi dell’energia in vista dell’inverno, con gli annessi timori sull’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi, i rendimenti delle obbligazioniLe obbligazioni sono titoli rappresentativi del capitale di ... Leggi sono aumentati su entrambe le sponde dell’Atlantico. E, secondo Norman Villamin, chief investment officer wealth management di Union Bancaire Privée, la risalita non si fermerà tanto presto.
“Poiché la curva dei rendimenti tedeschi a 10 anni rispetto ai rendimenti a 2 anni si è spostata verso l’estremità superiore del range di recessione – spiega -, il tapering da parte della Bce suggerisce che in futuro sarà probabile una rivalutazione al di fuori da questo range di recessione di 0-50 pb. Tale rivalutazione dovrebbe portare i rendimenti decennali a crescere fino a superare il limite dello 0% per la prima volta dall’inizio del 2019”.
Per l’esperto di Ubp, la mossa coordinata da parte della Fed probabilmente farà sì che i rendimenti decennali statunitensi cresceranno come i loro omologhi tedeschi, lasciando intatta la sua aspettativa di un livello intorno al 1,7-2,0% per la fine dell’anno. “Come nel I semestre del 2021 – chiarisce -, questo contesto di aumento dei rendimenti potrebbe portare a una rotazione nei mercati. I titoli finanziari offrono però un riparo in questo contesto e, pertanto abbiamo aumentato tatticamente le nostre posizioni nei titoli finanziari statunitensi in vista di questa prossima fase di rialzo dei rendimenti”.
“Tuttavia – precisa -, una forte crescita degli utili che lascia i multipli PE di una ampia parte del mercato a quasi il 15% al di sotto dei picchi del I semestre (quando i rendimenti scambiarono per l’ultima volta intorno all’1,7-2,0%), suggerisce che sia possibile una contrazione più modesta del PE, a patto che nelle prossime settimane il nostro outlook sui rendimenti del Treasury si riveli corretto”.
Così, mentre l’attenzione sarà concentrata sui rendimenti, per Villamin gli investitori dovrebbero invece concentrarsi sulla stagione degli utili, che inizierà effettivamente a ottobre. “È bene ricordare che da quando, nel II trimestre del 2020, negli Usa non ci sono più stati lockdown, una parte considerevole dell’aumento degli utili è avvenuta sull’onda delle sorprese registrate durante la stagione degli utili. In effetti, nel 2021 quasi il 70% del rendimento ytd dell’S&P 500, pari al 16%, è stato ottenuto durante la stagione degli utili, che intanto venivano rivisti al rialzo”.
“Di conseguenza – conclude -, anche se con il riposizionamento dei rendimenti statunitensi ed europei possono emergere opportunità tattiche, continuiamo a concentrarci su titoli di qualità, guidati dagli utili, fino a fine anno”.