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Obbligazionario, le opportunità da sfruttare tatticamente

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Per Flossbach von Storch Ag, dopo la penuria di interessi e rendimenti, le obbligazioni tornano ad essere interessanti. Ma non tutte: ecco dove guardare

Sebbene non sia così per i conti bancari o i libretti di risparmio, per la prima volta dopo molto tempo i titoli di Stato di alta qualità tornano a offrire interessi. Un rendimento dell’1,2% sui Bund tedeschi a 10 anni non è però, secondo Bert Flossbach, fondatore e amministratore di Flossbach von Storch Ag, un motivo per rallegrarsi, nemmeno con le più ottimistiche aspettative di inflazione. “Chi acquista titoli di questo tipo subirà probabilmente perdite significative in termini di valore reale entro la data di scadenza finale”, avverte.

La situazione sembra migliore per le obbligazioni societarie, dove è possibile ottenere un rendimento dal 2% al 3% con obbligazioni di buona qualità, in base alla scadenza. Tuttavia, questo rendimento, per l’esperto, è sufficiente a compensare le future perdite di potere d’acquisto legate all’inflazione solo in circostanze ideali.

Per Flossbach le obbligazioni di emittenti che stanno soffrendo in modo particolarmente grave l’attuale cocktail di crisi offrono molto di più. “A causa dei forti cali di prezzo, alcuni di questi rendimenti sono già saliti oltre il 10% – argomenta -. A questi livelli, le obbligazioni vengono solitamente definite ‘junk bond’. Sono ora disponibili anche obbligazioni meno rischiose che offrono rendimenti dal 4 al 5%, o in alcuni casi addirittura superiori al 6%. I rendimenti sono aumentati in modo significativo dopo che gli investitori hanno svenduto sul mercato questi titoli senza tenere conto delle perdite, a causa ad esempio dei raggiunti limiti di perdita previsti per i portafogli”. 

“A seguito del sell-off, per la prima volta dopo molto tempo le obbligazioni tornano quindi a offrire rapporti rischio-rendimento interessanti e noi ne approfittiamo per incrementare gradualmente le nostre posizioni”, prosegue Flossbach, secondo cui anche le obbligazioni indicizzate all’inflazione offrono attualmente una migliore protezione contro l’inflazione elevata rispetto alle obbligazioni comuni. 

“I Bund tedeschi decennali indicizzati all’inflazione offrono attualmente un rendimento di -0,9% – osserva -. A ciò si aggiunge la cedola annuale del governo che compensa l’inflazione, fissando così il rendimento reale allo 0,9% per i prossimi 10 anni. Di conseguenza, se acquistate un titolo di questo tipo e lo mantenete fino alla scadenza, potete ricevere indietro ben il 91% del vostro potere d’acquisto originario. Anche se questo dovrebbe essere notevolmente migliore del rendimento reale atteso dai normali Bund tedeschi, resta comunque una transazione in perdita”.

“Dopo la penuria di interessi e rendimenti degli anni scorsi, le obbligazioni tornano a offrire opportunità che possono essere sfruttate in modo tattico e, in alcuni casi, persino offrire rendimenti reali attesi positivi a lungo termine, ossia per una strategia ‘buy-and-hold’, impossibile per le obbligazioni indicizzate all’inflazione all’attuale livello di rendimento, indipendentemente dalla loro denominazione”, conclude Flossbach.

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