Per Jp Morgan Am, nonostante i maggiori rendimenti dei segmenti più rischiosi dell’obbligazionario corporate, conviene scegliere una duration corta ed emittenti con flussi di cassa di elevata qualità
Dopo le ultime mosse delle banche centrali e gli annunci dei governi sulle politiche che intendono adottare, i rendimenti dell’obbligazionario hanno raggiunto i livelli previsti prima di quanto molti si aspettassero. Inevitabile, quindi, che tanti investitori si stiano ora chiedendo se non sia giunto il momento di modificare il proprio posizionamento. Per il team global fixed income, currency and commodities group di Jp. Morgan Am la volatilità è destinata a restare alta e per questo preferisce una duration corta ed emittenti con flussi di cassa di elevata qualità
Fondamentali
“L’annuncio del piano fiscale del governo britannico per far fronte alla crisi dovuta al carovita ha fatto sì che una fase di ribasso ordinata si trasformasse in una distorsione delle condizioni di mercato – spiegano gli esperti -. Gli investitori sono spiazzati da dinamiche contraddittorie in cui, da un lato, la Banca d’Inghilterra innalza i tassi d’interesse e attua misure di inasprimento quantitativo e, dall’altro, il governo britannico si dà da fare per minimizzare l’impatto sulla crescita e proteggere i consumatori. Al momento, il Regno Unito è alle strette: il costo del denaro è salito e gli operatori ritengono poco credibile l’operato del governo. Inoltre, l’attuale situazione del Paese riflette la ritrosia dei mercati a finanziare politiche fiscali non sostenibili sul piano finanziario. Il repricing che abbiamo osservato in tutti i mercati dei tassi e, di conseguenza, l’aumento dei costi di finanziamento del debito, potrebbero costringere i governi ad assicurare l’equilibrio dei conti”.
Alla luce di queste dinamiche, gli analisti di Jp Morgan Am si aspettano dunque che la volatilità permanga elevata in un prossimo futuro.
Valutazioni quantitative
“Nell’ultima settimana, i mercati dei tassi hanno subito un forte riprezzamento, colpiti da una volatilità che è tornata ai livelli registrati al culmine della pandemia, nel 2020 – si legge ancora nel Bond Bulletin settimanale -. Con rendimenti al massimo decennale del 3,75%, i Treasury statunitensi a dieci anni la scorsa settimana hanno registrato una performance di -1%. Nel Regno Unito il livello dei tassi sui Gilts è arrivato al 4%, livello che non si registrava dal 2008 e che ha provocato una correzione dei corsi solo nell’ultima settimana del -10,4%. Questo riprezzamento dei tassi ha investito anche i mercati globali del credito: il rendimento delle obbligazioniLe obbligazioni sono titoli rappresentativi del capitale di ... Leggi globali high yieldCon il termine High Yield (letteralmente alto rendimento) ci... Leggi ha raggiunto il 9,8%, il massimo da aprile 2020, mentre quello delle omologhe investment grade ha sfiorato il picco dal 2009, il 5,3%”.
Tuttavia, mentre questi rendimenti stanno cominciando a rispecchiare in misura sufficiente i rischi di recessione, secondo gli analisti non può dirsi altrettanto degli spreadNel mondo dei prestiti, per spread si intende il ricarico ch... Leggi creditizi. “Da inizio mese, i differenziali di rendimento delle obbligazioniLe obbligazioni sono titoli rappresentativi del capitale di ... Leggi investment grade si sono ampliati di soli 11 punti base mentre quelli degli high yieldCon il termine High Yield (letteralmente alto rendimento) ci... Leggi di soli 22 pb. In linea generale se i rendimenti totali dei mercati del credito potrebbero sembrare interessanti, riteniamo tuttavia che ci siano margini per ulteriori ampliamenti (dati al 27 settembre)”, viene sottolineato.
Fattori tecnici
Per gli esperti di Jp Morgan Am, il quadro tecnico continua a essere debole, con scarsa liquidità in tutti i mercati, il che potrebbe spiegare almeno in parte perché gli spreadNel mondo dei prestiti, per spread si intende il ricarico ch... Leggi creditizi non sono ancora aumentati in misura consistente. “Il nostro monitoraggio interno dei flussi di mercato segnala che, da inizio mese (al 22 settembre), i fondi high yieldCon il termine High Yield (letteralmente alto rendimento) ci... Leggi e investment grade hanno registrato deflussi netti pari, in ciascun caso, a circa usd 5 miliardi – evidenziano -. Gli investitori si sono ampiamente preparati a questi deflussi accumulando elevati saldi liquidi che sono riusciti ad attenuare l’impatto dei rimborsi. Tuttavia, siamo consapevoli delle ulteriori pressioni che potrebbero investire il mercato qualora i deflussi persistessero e i gestori dei fondi avessero bisogno di vendere posizioni liquide per far fronte ai rimborsi”.
“Nel frattempo – prosegue l’analisi -, la volatilità delle contrattazioni ha scoraggiato le aziende dall’emettere debito in chiave opportunistica: da inizio mese (al 27 settembre), l’offerta di titoli statunitensi investment grade è stata di soli usd 77 miliardi contro i previsti usd 125-150 miliardi, mentre i volumi emessi in Europa sono stati prossimi allo zero. Anche l’offerta di titoli high yieldCon il termine High Yield (letteralmente alto rendimento) ci... Leggi è stata scarsa: dai primi di settembre sono state portate a termine solo due operazioni da parte di emittenti non finanziari sul mercato europeo. Tuttavia, l’aumento significativo degli attuali costi di finanziamento rispetto alle obbligazioniLe obbligazioni sono titoli rappresentativi del capitale di ... Leggi emesse negli ultimi anni potrebbe essere un segnale delle difficoltà alle quali gli emittenti andrebbero incontro se dovessero aver bisogno di reperire fondi sul mercato high yieldCon il termine High Yield (letteralmente alto rendimento) ci... Leggi nel breve termine.
Implicazione per gli investitori obbligazionari
Sebbene i mercati sembrino in preda al disordine, il team global fixed income, currency and commodities group di Jp. Morgan Am ribadisce ancora l’importanza di rimanere focalizzati sugli obiettivi e di mantenere una prospettiva a lungo termine. “Con rendimenti a livelli che non si vedevano da decenni, gli investitori potrebbero essere tentati di riconsiderare il proprio posizionamento nel reddito fisso. Tuttavia, ci preoccupano ancora le persistenti dinamiche inflazionistiche e l’orientamento restrittivo delle banche centrali”, avvertono.
“In tale contesto, ci aspettiamo che la volatilità dei mercati prosegua incidendo, alla fine, sui fondamentali aziendali. Di conseguenza, non siamo ancora tentati dai maggiori rendimenti complessivi offerti dai segmenti più rischiosi del mercato obbligazionario corporate, ma continuiamo a preferire una duration corta ed emittenti con flussi di cassa di elevata qualità”, concludono.