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Obbligazioni convertibili per battere l’incertezza

Nel 2022 l’inflazione dovrebbe restare la preoccupazione principale, ma per Mirabaud Am i bond convertibili sono ben posizionati rispetto ad altre asset class

In un contesto di aumento dei tassi, le obbligazioni convertibili hanno storicamente ottenuto buone performance grazie alla loro duration effettiva inferiore rispetto a quella di altri strumenti del reddito fisso. Renaud Martin, co-head del team convertible bonds di Mirabaud Asset Management, si aspetta che in un tale contesto il mercato primario rimanga un terreno favorevole, dal momento che generalmente gli emittenti di bond convertibili vendono obbligazioni a tassi cedolari inferiori rispetto alle obbligazioni tradizionali, grazie all’opzione di conversione che è loro propria.  

“In particolare – sottolinea Martin -, gli emittenti provenienti dalla ‘vecchia economia’, attivi in settori come quello energetico, minerario e industriale di base, con ampio accesso al mercato delle obbligazioni tradizionali, potrebbero tornare a guardare il mercato delle obbligazioni convertibili per approfittare di costi inferiori”.

Sapere scegliere gli stili e le esposizioni settoriali corrette sarà fondamentale, secondo l’esperto. “Noi tendiamo a favorire gli emittenti dei settori ciclici, come le aziende a piccola e media capitalizzazione, che dovrebbero beneficiare del reflation trade, piuttosto che le società ad alta crescita la cui performance azionaria sottostante è vulnerabile all’aumento dei tassi e dell’inflazione – spiega -. Negli ultimi due anni, la grande disponibilità di nuove emissioni ci ha permesso di avere un’offerta di opportunità ampia e rinnovata, compresi quei titoli che beneficiano di un ambiente inflazionistico.”

Tuttavia, come avverte Martin, la situazione sanitaria e l’emergere di nuove varianti potrebbero ritardare la realizzazione di questo scenario, dal momento che le banche centrali potrebbero essere tentate di rallentare il ritmo del tapering. “Le obbligazioni convertibili rimangono ben posizionate, poiché i deal registrati nei settori ad alta crescita come la consegna di cibo a domicilio, le vendite online al dettaglio o i pagamenti tra gli altri potrebbero essere d’aiuto nel percorrere quella che potrebbe rivelarsi una strada accidentata”, assicura.

Secondo Martin, i ‘vincitori’ della reflazione, fra cui le materie prime, i ciclici e le small cap, continueranno a sovraperformare anche nel 2022 e a livello globale ci sono opportunità uniche sulla base di prezzi e posizionamenti interessanti. “Negli Stati Uniti – elenca – vi sono una serie di titoli non eccessivamente costosi con potenziale di rialzo come Coinbase, The RealReal o Zynga. Le obbligazioni convertibili di emittenti popolari tra gli investitori retail, come Dish Network, Twitter, Teladoc Health o Chegg. I bond convertibili cinesi sono ancora valutati in modo attraente alla luce del giro di vite normativo del Partito comunista: alcuni esempi sono Tencent, China Education o Postal Savings Bank of China”. 

“Nonostante generalmente scambino a un premio – aggiunge -, alcuni titoli di borrower Esg-friendly sono relativamente a buon mercato. Come esempi potremmo citare le offerte green del produttore di energia rinnovabile Neoen, del produttore di veicoli elettrici Fisker e del produttore svizzero di fotovoltaico Meyer Burger”.

I mercati primari resteranno probabilmente, a detta dell’esperto, una fonte di convessità. “La performance delle convertibili dovrebbe rimanere interessante su base cross-asset – afferma -. Grazie alla convessità che questi strumenti assicurano, il rapporto rischio-rendimento sta migliorando rispetto sia all’azionario che all’obbligazionario. La duration dell’universo delle convertibili è diminuita con la performance azionaria sottostante e con il decrescere della sensibilità del credito ai tassi d’interesse”.

Le 487 nuove emissioni dal 2020, per un totale di oltre 115 miliardi di dollari, hanno creato nuove opportunità settoriali.  E l mercato primario dovrebbe mantenersi attivo, visti i livelli dei titoli sottostanti. “Dal punto di vista dell’offerta – precisa -, siamo convinti che le emissioni globali di obbligazioni convertibili continueranno nella tendenza positiva, con volumi tranquillamente al di sopra della media dell’ultimo decennio. Storicamente, l’aumento dei tassi è stato favorevole per l’emissione di bond convertibili, soprattutto rispetto al reddito fisso tradizionale. Ci aspettiamo che la nuova offerta globale riceverà una spinta dalle nuove aziende che ancora non hanno accesso al mercato obbligazionario tradizionale. Fra le fonti di rendimento vi dovrebbero essere i prezzi interessanti e il posizionamento all’interno di determinate sacche di mercato, che comprendono i nuovi nomi quotati provenienti da recenti Ipo record”.

Grazie all’opzione di conversione, i bond convertibili tendono a performare bene (su base cross asset) in un contesto di alta volatilità. “L’opzione di conversione presenta solitamente una correlazione positiva con la volatilità, il che migliora la convessità dell’universo delle convertibili: nel 2020, esse hanno sovraperformato la maggior parte degli altri asset”, evidenzia infine Martin.

“Ci aspettiamo che la volatilità arrivi nel 2022 – conclude -. Ci sembra che la transizione sia iniziata, simile per molti aspetti a quella dal 2017 al 2018. La nostra percezione è che il rischio di inflazione e i massimi storici delle azioni porteranno molta incertezza e creeranno volatilità sul mercato”.

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