Per Villamin di Ubp, a prescindere dall’impatto di Omicron, la crescita dovrebbe essere più fragile nel quarto trimestre 2021 e nel primo 2022, ma non ci sarà una rottura del ciclo
L’aumento dei casi di Delta in Europa e l’emergere della variante Omicron costituiscono rischi di coda importanti che hanno riacceso i timori di stagflazione e di fine del ciclo. I governi hanno implementato restrizioni più severe e messo in atto uno sforzo per promuovere le vaccinazioni e i richiami. Sui viaggi sono stati messi selettivamente in atto in modo preventivo alcuni divieti per contenere i rischi intanto che la comunità scientifica si esprime sui rischi di Omicron.
Ma qual è e quale sarà l’impatto economico delle nuove varianti sulle economie? Secondo Norman Villamin, chief investments officer wealth management di Union Bancaire Privée, sono possibili tre scenari. “In questo momento, l’Europa e alcuni Paesi emergenti sembrano più a rischio degli Stati Uniti e dell’Asia, ma le mutazioni del virus potrebbero espandersi rapidamente in tutte le regioni del mondo. Abbiamo identificato tre scenari”, spiega.
Lo scenario 1 vede un contagio lieve e un rapido allentamento delle restrizioni che avrebbero un impatto trascurabile sul Pil del quarto trimestre del 2021 (pari a -0,5 punti percentuali secondo varie simulazioni) e principalmente concentrato sull’Eurozona. Il secondo stima che le varianti Delta-Omicron si diffondano più ampiamente, obbligando i governi ad adottare restrizioni più severe. Un rallentamento significativo in Europa e altrove potrebbe portare a una crescita piatta nel quarto trimestre del 2021.
Infine, lo scenario 3 prevede il caso in cui la variante Omicron abbia la capacità di resistere ai vaccini esistenti e si trasformi in una nuova pandemia: il lockdown globale e le restrizioni più severe mettono l’attività economica sotto forte pressione, portando a una recessione del -2,0% nel primo trimestre del 2022, i mesi necessari allo sviluppo di vaccini aggiornati.
“In tutti gli scenari – sottolinea Villamin -, la crescita dovrebbe essere più fragile nel quarto trimestre del 2021 e nel primo del 2022 rispetto alle previsioni dello scenario di base. Ma l’attività economica sembra resiliente e le reazioni delle autorità, così come la ricerca sulle nuove varianti, sono state rapide; i governi ora hanno una gamma di strumenti più ampia per poter reagire. Nei lockdown passati, il capitale non è stato distrutto e la domanda è stata solo posticipata; l’attività economica si è quindi ripresa rapidamente nella fase di riapertura”.
Inoltre, secondo Villamin, le politiche economiche dovrebbero continuare a costituire un sostegno per la crescita. “Le politiche di bilancio dovrebbero aiutare il mercato del lavoro e alcuni settori mirati, mentre le politiche monetarie adottano un approccio di gestione del rischio con una stretta dei tassi limitata per preservare la crescita”, conclude.