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Opportunità nel debito investment grade 

Per Pgim, le banche offrono un buon valore nel lungo periodo e i settori dell’energia, dei metalli e della chimica dovrebbero beneficiare dell’aumento dei prezzi delle materie prime

“Dato il potenziale di un ulteriore, ma più modesto, allargamento degli spread, cerchiamo opportunità di generazione di alfa in specifici settori e titoli di credito”. Ad affermarlo è Ed Farley, managing director e head of the european investment grade corporate bond team di Pgim Fixed Income, che vede buone occasioni nel debito investment grade.

L’esperto evidenza come gli spread delle obbligazioni Usa investment grade, pur essendosi ampliati in modo significativo all’inizio dell’anno, rimangano nella media del periodo post-crisi finanziaria globale pari a 135 punti base, anche se i rischi connessi alla politica monetaria e di natura geopolitica restano elevati. “Per questo motivo – spiega -, adottiamo un approccio cauto verso il mercato e il nostro scenario di base prevede un aumento degli spread di 30-40 punti base nei prossimi mesi. Il rischio di uno scenario ribassista in cui gli spread si allargano di 50-75 punti base è leggermente superiore alla probabilità di uno scenario rialzista in cui gli spread si restringono di 20-30 punti base”.

“In questo contesto – sottolinea -, cerchiamo di approfittare di interessanti offerte pubbliche di acquisto, quando possibile, e di vendere in momenti di forza per ridurre il rischio o creare spazio per investire in nuove emissioni con compensazioni interessanti”.

Da un punto di vista settoriale, per Farley i prezzi elevati dei fattori produttivi potrebbero comprimere i margini nei settori alimentare e delle bevande, dei prodotti di consumo, dei trasporti e della sanità, mentre le incertezze nei settori dei semiconduttori e dell’auto potrebbero protrarsi più a lungo di quanto inizialmente previsto. “Al contrario – evidenzia -, riteniamo che le banche offrano un buon valore nel lungo periodo, grazie a fondamentali solidi e a spread più ampi rispetto agli emittenti industriali con rating simile. Tuttavia, gli spread delle banche potrebbero essere soggetti a volatilità nel breve termine, poiché la liquidità del settore amplifica i movimenti del mercato. Infine, i settori dell’energia, dei metalli e della chimica dovrebbero beneficiare dell’aumento dei prezzi delle materie prime”.

Per quanto riguarda le future implicazioni Esg, per l’esperto i recenti sviluppi hanno portato a due conclusioni. In primo luogo, la compressione globale dei prezzi delle commodity condurrà probabilmente a una accelerazione della transizione verso forme di energia più ecologiche, con conseguente aumento delle spese in conto capitale. In secondo luogo, i mercati si sono coalizzati sulla base di un messaggio: gli Stati e i relativi asset che non seguiranno questa trasformazione si troveranno rapidamente tagliati fuori dal sistema finanziario globale.

“Le condizioni dell’investment grade europeo sono simili a quelle di altri settori del credito, in quanto l’ampiezza della dispersione in tutta l’asset class sottolinea l’espansione del ventaglio delle opportunità di alfa – prosegue Farley -. Sebbene le metriche del credito siano generalmente solide, le condizioni richiedono un’analisi a livello del singolo titolo di credito per determinare gli effetti delle strozzature nella catena di approvvigionamento e dell’inflazione dovuta ai costi dei fattori produttivi sui margini aziendali. Inoltre, è sempre più importante comprendere le esigenze di finanziamento delle singole imprese, dato che l’emissione primaria richiede compensazioni di spread considerevoli che possono di conseguenza mettere sotto pressione gli spread del credito sul mercato secondario”.

A detta dell’esperto, affidarsi al beta per ottenere rendimenti potrebbe mettere gli investitori di fronte a ulteriori elementi sfavorevoli. “Ad esempio – chiarisce -, la risposta della Bce allo shock energetico consiste nell’accelerare la conclusione degli acquisti di asset, compreso il programma di acquisto di obbligazioni corporate, e del regime dei tassi negativi”.

Dal punto di vista della strategia, Farley mantiene un leggero sottopeso sulla duration degli spread e si aspetta una compressione degli spread finanziari a favore di quelli societari. “Riteniamo inoltre che il rialzo degli spread delle obbligazioni BB rispetto alle BBB sia interessante, laddove applicabile, e vediamo valore in alcune obbligazioni societarie ibride”, osserva.

“I portafogli globali sono inoltre leggermente sottopesati nella duration degli spread e sovrappesati nel rischio. Sebbene gli spread in dollari abbiano finora superato quelli in euro nel 2022, riteniamo che il differenziale tra i due possa ridursi nel corso dell’anno”, conclude.

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