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Oro a quota 1.910 dollari nel 2023

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Nel suo scenario di base, WisdomTree si aspetta che il rialzo del dollaro e dei rendimenti obbligazionari rallenti, mentre l’inflazione supporterà l’oro

Molti commentatori hanno espresso delusione riguardo all’andamento dell’oro perché il metallo prezioso non è salito tanto quanto è avvenuto di solito durante i precedenti periodi di elevata inflazione. Il metallo giallo sta infatti affrontando alcuni venti contrari dovuti all’apprezzamento del dollaro e al ribasso dei titoli obbligazionari. E su entrambi i fronti, secondo Nitesh Shah, head of commodities & macroeconomic research Europe di WisdomTree, sembra tenere molto meglio di quanto indicherebbero le relazioni storiche. 

“Se si osservano i dati storici mensili risalenti al 1980 – analizza l’esperto -, nei periodi in cui l’inflazione è stata superiore al 3,5%, l’oro ha guadagnato in media il 9% su base annua. Tuttavia, se filtriamo questi dati per i mesi in cui il dollaro statunitense si è apprezzato di oltre il 10% su base annua, scopriamo che l’oro registra una media del -16%. L’apprezzamento del dollaro, nei termini in cui si sta verificando oggi, raramente è associato ad un rialzo dell’oro, anche in periodi di elevata inflazione”.

Per Shah il dollaro Usa ha il potenziale per continuare ad apprezzarsi. La Federal Reserve ha infatti rialzato i tassi d’interesse di più, e ad un ritmo più veloce, rispetto alla Banca centrale europea, mentre la Banca del Giappone sta resistendo a qualsiasi stretta monetaria. Ciò ha ampliato i differenziali dei tassi d’interesse tra gli Stati Uniti e le sue principali coppie di valute. Inoltre, a detta dell’esperto, è probabile che i differenziali dei tassi d’interesse continuino ad ampliarsi per diversi mesi, se le aspettative del consensus sono corrette. 

“L’andamento dell’oro è generalmente positivo in tempi di decelerazione economica o di recessione e i rischi di recessione sono in aumento – spiega -. Una misura di tale rischio è data dall’inversione della curva dei rendimenti obbligazionari. Oggi ci troviamo in una delle più forti inversioni di appiattimento dei mercati ribassisti dal 1981. Ciò rappresenta una fonte di forza per l’oro come non accadeva da decenni. L’inversione della curva dei rendimenti può spiegare perché l’oro sta andando meglio di quanto ci saremmo aspettati. Il nostro modello indica che l’oro sarebbe dovuto scendere del 15% su base annua nell’agosto del 2022, sotto il peso dell’apprezzamento del dollaro e del calo del segmento obbligazionario. Tuttavia, l’oro è sceso solo del 5%. Potremmo scoprire che il rischio di recessione continua a sostenere l’oro più di quanto il nostro modello indichi per il futuro”.

Outlook sull’oro utilizzando il modello previsionale di WisdomTree

Sulla base delle opinioni macroeconomiche presentate nell’outlook generale, WisdomTree fornisce quindi una prospettiva coerente per l’oro (scenario di base). Ecco di seguito anche scenari rialzisti e ribassisti.

Scenario di base. “Nel nostro scenario di base, ci aspettiamo che il dollaro statunitense continui ad apprezzarsi per tutto il periodo di previsione, fino al terzo trimestre del 2023. Prevediamo inoltre che i rendimenti dei Treasury Usa a 10 anni aumentino fino al primo trimestre del 2023, dopodiché scenderanno man mano che la stretta dei tassi da parte della Fed giungerà a termine. Ci aspettiamo che la Fed alzi l’obiettivo dei Fed fund al 4%. Si tratta di una percentuale di molto superiore rispetto a quella che riteniamo sarà la direzione dei rendimenti dei Treasury decennali. Ciò probabilmente manterrà l’inversione della curva dei rendimenti obbligazionari, segno d’imminente decelerazione economica. L’oro tende a performare bene in scenari recessivi. Inoltre, abbiamo una visione sopra il consenso sull’inflazione. Entro il terzo trimestre del 2023, l’inflazione sarà ostinatamente alta, attestandosi al 5% negli Stati Uniti. Ciò dovrebbe anche dare sostegno ai prezzi dell’oro. Manteniamo il posizionamento speculativo netto nei future sull’oro intorno ai livelli attuali, a settembre 2022, per l’intero periodo di previsione. In tale scenario, l’oro potrebbe salire a 1910 dollari/oncia entro la fine del mese di settembre 2023, da 1720 dollari all’inizio del settembre 2022”.

Scenario rialzista: “In questo scenario (meno probabile), la Federal Reserve smetterebbe prima di rialzare i tassi d’interesse. Ciò allenterebbe la pressione al rialzo sui rendimenti obbligazionari a 10 anni e ridurrebbe anche il differenziale dei tassi d’interesse tra gli Stati Uniti e gli altri Paesi, contribuendo al deprezzamento del biglietto verde. La conclusione anticipata del ciclo d’irrigidimento dei tassi consentirebbe tuttavia all’inflazione di salire più di quanto ci aspettiamo in uno scenario di base. In questo scenario rialzista, il sentiment degli investitori nei confronti dell’oro si riprenderebbe, rispetto ai livelli relativamente contenuti, salendo a 150k net long per l’orizzonte di previsione. L’oro potrebbe salire a 2330 dollari/oncia entro la fine del mese di settembre 2023, da 1720 dollari all’inizio del settembre 2022”.

Scenario ribassista. “Nello scenario ribassista, la Fed adotterebbe un orientamento molto più aggressivo e, così facendo, spingerebbe i rendimenti obbligazionari a 10 anni molto più in alto. La Fed riuscirebbe a portare l’inflazione al di sotto del 2% e, quindi, l’oro non avrebbe più alcun sostegno inflazionistico. Anche il biglietto verde si apprezzerebbe (marginalmente) in maniera più rapida rispetto al caso base, a causa della maggiore aggressività della Fed rispetto alle altre banche centrali. L’interesse degli investitori per il metallo prezioso scenderebbe ulteriormente, a circa la metà del posizionamento netto lungo registrato a settembre 2022”.

Insomma, l’oro si trova ad affrontare venti contrari dovuti all’andamento del dollaro statunitense e del mercato obbligazionario, ma è sostenuto da una forte inflazione. “Nel nostro scenario di base, ci aspettiamo che il rialzo del biglietto verde e dei rendimenti obbligazionari rallenti (ma che, comunque, continui a salire). Nel frattempo, l’inflazione superiore all’obiettivo della Fed supporterà l’oro e il sentiment degli investitori nei confronti del metallo prezioso potrebbe non scendere ulteriormente. Ciò potrebbe trainare un apprezzamento significativo dell’oro che toccherebbe quota 1910 usd l’oncia entro il terzo trimestre del 2023”, conclude Shah.

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