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Per l’azionario emergente il futuro è luminoso

Secondo Jupiter Am, quando la diffusione del vaccino avrà maggiore massa critica in tutti i Paesi emergenti, lo scenario sarà molto più favorevole

Nonostante un inizio d’anno positivo per l’azionario emergente, ad oggi l’indice Msci World è in rialzo di circa l’11,5%, mentre l’indice Msci Em segna una crescita di ‘appena’ il 7% (in termini di dollari Usa). Ma perché i mercati emergenti sono rimasti indietro? Secondo Nick Payne, co-head of strategy global emerging markets di Jupiter Am, ci sono tre ragioni chiave che spiegano questi numeri e, soprattutto, c’è un futuro brillante che aspetta questi mercati nella seconda metà e nel prossimo anno. 

“La prima ragione è legata alle ondate di Covid-19 e alla diffusione del vaccino – spiega Payne -.  Quando siamo entrati nel 2021, il mercato si è comportato come se la scoperta del vaccino implicasse la risoluzione del problema della pandemia. Ma ci sono state seconde e terze ondate estremamente gravi in alcuni paesi dei EM come Brasile e India. Per fortuna, la situazione sembra migliorare ora: l’India, per esempio, sta riportando circa 85.000 nuovi casi giornalieri, che, sebbene ancora alti, sono i più bassi dall’inizio di aprile. Queste ondate hanno intaccato la fiducia degli investitori, anche se confermiamo l’opinione che hanno posticipato la crescita dei EM, piuttosto che cancellarla”. 

La diffusione del vaccino è stata più lenta a decollare anche nei mercati emergenti. In Asia, a detta dell’esperto, questo è probabilmente dovuto a un certo livello di compiacenza, dato che alcuni paesi hanno registrato casi di Covid-19 relativamente bassi rispetto a molte altre parti del mondo. “Tuttavia, in seguito alle recenti epidemie a Taiwan e in Cina, abbiamo visto un salto nell’adozione del vaccino – sottolinea -: a Taiwan, c’è stato un aumento di dieci volte nelle ultime settimane, e la Cina sta ora vaccinando 40 milioni di persone al giorno, rispetto ai 5 milioni di un mese fa”. 

Seconda ragione che spiega la frenata è, secondo Payne, il fatto che i Paesi emergenti non hanno usato la ‘helicopter money’, ovvero che non ci sono stati sforzi straordinari di stimolo (con un paio di eccezioni degne di nota), mentre gli Stati Uniti hanno distribuito assegni ai loro cittadini. “Apparentemente ciò sembra positivo per gli Stati Uniti in questo momento, con il raggiungimento di un certo slancio economico, ma crediamo che stia solo anticipando i consumi futuri”, avverte l’esperto.. 

L’ultima ragione è Pechino. “La Cina rappresenta circa il 40% dell’universo dei EM e la performance del suo mercato azionario è stata piatta fino a oggi, dopo essere stata tra i mercati più performanti nel 2020 – fa notare Payne -. È un mercato molto concentrato sulla tecnologia, un’area che ha faticato di recente, e la crescita del credito è stata significativamente lenta, e in effetti è appena diventata negativa. L’economia cinese sembra probabilmente la più ‘normale’ tra le principali economie globali: ha iniziato il tapering a metà febbraio, rallentando l’impulso al credito e lo stimolo straordinario attuato a metà della crisi. Ci aspettiamo che la Cina cominci ad allentare i freni e a toccare di nuovo delicatamente l’acceleratore, il che porterebbe a una certa normalizzazione”. 

In genere, secondo Payne l’azionario emergente dà i migliori risultati quando c’è un significativo differenziale di crescita rispetto ai mercati sviluppati, e quindi quando la diffusione del vaccino avrà maggiore massa critica in tutti i Paesi emergenti c’è da aspettarsi  che questo ritorni. “Mentre gli Stati Uniti e l’Europa sembrano migliori al momento in termini di dati, gli stimoli dei mercati sviluppati sono ai massimi livelli, e i Paesi emergenti non sono stati in grado di mostrare la vera natura della loro crescita, ancora. Ci aspettiamo che lo scenario sia molto più favorevole nella seconda metà dell’anno e nel 2022”, conclude.

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