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Perché i semiconduttori sono il nuovo petrolio

Per Comgest, è sempre più probabile che gli investimenti nell’industria dei semiconduttori vengano sovvenzionati per creare catene di fornitura parallele

Le aspettative sull’uso dell’intelligenza artificiale sono state uno dei principali fattori che hanno determinato il rally dei prezzi delle azioni delle grandi società tecnologiche quest’anno. Tuttavia, l’intelligenza artificiale è solo una delle tante applicazioni tecnologiche intelligenti che stanno cambiando il mondo a un ritmo sostenuto. Anche i rapidi sviluppi degli smartphone, il crescente utilizzo di big data e soluzioni cloud e l’uso di veicoli autonomi stanno facendo progredire le aziende e i nuovi modelli di business. E come ricorda, James Hanford, portfolio manager del team azionario europeo di Comgest, sono i semiconduttori o microchip il vero “cervello” dell’elettronica moderna

Semiconduttori: un elemento costitutivo per le soluzioni tecnologiche intelligenti

“Questi minuscoli ma potenti elementi sono la chiave di quasi tutto ciò che anima la nostra società moderna – spiega -. Dalla comunicazione alla medicina, dalla mobilità all’efficienza energetica, sono onnipresenti. L’Msci Acwi Imi comprende oltre 9.000 titoli, di cui 275 (3%) appartengono al settore dei semiconduttori. Negli ultimi dieci anni, tuttavia, quattro dei dieci titoli che hanno registrato le migliori performance provengono da questo segmento. Secondo le stime, il fatturato del settore dei semiconduttori supera attualmente i 600 miliardi di dollari, rispetto ai 335 miliardi di dollari del 2015. In confronto, il fatturato globale degli smartphone è passato da circa 360 a 420 miliardi di dollari”.

L’espansione della capacità produttiva rimane il motore della crescita globale

Hanford non ha dubbi: il tema dominante è l’ulteriore espansione delle capacità produttive a livello mondiale. Le ragioni sono molteplici: l’aumento della domanda globale, la produzione di chip ancora più potenti, ma soprattutto il desiderio di raggiungere la sovranità tecnologica in questa tecnologia chiave. “Questo sviluppo – chiarisce – richiederà tempo e potrebbe durare per i prossimi sette-dieci anni. Di conseguenza, gli investitori a lungo termine troveranno opportunità di investimento lungo la catena del valore ampiamente diversificata”. 

Per queste aziende, secondo l’esperto, i cali ciclici della domanda di semiconduttori sono irrilevanti, così come la questione della durata della Legge di Moore, secondo la quale il numero di componenti di un circuito integrato raddoppia regolarmente con costi minimi. “Possono crescere finché i produttori di chip ampliano le loro capacità e finché le innovazioni tecniche continuano a creare nuove applicazioni per i semiconduttori”, sottolinea.

Barriere all’ingresso nel mercato e potere di determinazione dei prezzi

Questi titoli growth di qualità, a detta dell’esperto, offrono vantaggi competitivi che si riflettono in maggiori barriere all’ingresso nel mercato, innovazione più rapida e complessità crescente. “Un buon esempio di barriere all’ingresso nel mercato è Asml – argomenta -. L’azienda produce sistemi di litografia Euv per la produzione di microchip. Oltre 5.000 aziende forniscono vari componenti per un sistema che alla fine pesa quasi 180 tonnellate e costa circa 250 milioni di euro. Asml si è costruita una base di clienti estremamente fedele grazie al periodo di sviluppo di circa dieci anni e al finanziamento anticipato da parte del cliente, che le conferisce anche un potere di determinazione dei prezzi”. 

Secondo Hanford, la domanda che gli investitori si pongono è quanto forte sarà la crescita dell’azienda nei prossimi dieci anni e se le attuali barriere all’ingresso nel mercato continueranno ad essere applicate. “L’impatto delle nuove tecnologie, come la tecnologia quantistica, è oggetto di discussione, ma al momento gli esperti ritengono che questa innovazione sarà utilizzata soprattutto in aree di nicchia. L’immensa complessità della produzione di semiconduttori rende molto difficile la conversione della catena di produzione, il che manterrà alte le barriere all’ingresso nel mercato nel lungo periodo”, evidenzia.

Investire lungo la catena di fornitura

Hanford ricorda che la catena di approvvigionamento della produzione di semiconduttori è una delle più complesse al mondo. “Per i nostri portafogli azionari selezioniamo in modo specifico le società lungo questa catena i cui fondamentali e il cui potenziale di crescita ci convincono – afferma -. Tra queste figurano l’olandese Asml e Shin Etsu, la più grande azienda chimica giapponese, che produce il 30% dei wafer del mondo. Altri titoli includono Tsmc a Taiwan, il più grande produttore a contratto di semiconduttori al mondo, la statunitense Intel, anch’essa focalizzata sulla produzione di semiconduttori, e la svizzera Vat, specializzata in valvole a vuoto per la produzione di semiconduttori di ultima generazione”.

Nessun tabù: la geopolitica

Ovviamente le considerazioni geopolitiche svolgono un ruolo importante nell’industria dei semiconduttori. “I governi vogliono evitare la dipendenza dalla Cina nella catena di approvvigionamento e nella produzione e vogliono investire – fa notare Hanford -. I tre maggiori produttori di semiconduttori, Tsmc, Intel e Samsung, hanno annunciato investimenti per oltre 300 miliardi di dollari in capacità globali per soddisfare l’enorme domanda. Allo stesso tempo, Stati Uniti, Europa, Cina, Taiwan, Corea del Sud e Giappone stanno spingendo per la ‘sovranità tecnologica’, anche per garantire la loro indipendenza, e stanno aumentando la spesa per gli investimenti attraverso sussidi”. 

“Il governo statunitense – prosegue -, ad esempio, ha lanciato due iniziative: Il Chips Act, che stanzia 52 miliardi di dollari per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di semiconduttori, e il Fabs Act, che prevede sgravi fiscali del 25% per la costruzione e l’equipaggiamento di wafer fabs. Anche il Chips Act dell’Ue prevede 46 miliardi di dollari e la situazione è simile per altre nazioni”.

Secondo l’esperto, nei prossimi anni, è sempre più probabile che gli investimenti nell’industria dei semiconduttori vengano sovvenzionati per creare catene di fornitura parallele. Di conseguenza, l’intensità di capitale continuerà ad aumentare e si apriranno nuove opportunità per i fornitori che operano lungo la catena del valore. “La leadership tecnologica porta progresso e questo genera crescita economica. Alla luce di questi enormi investimenti, l’impressione è che i semiconduttori siano il nuovo petrolio”, conclude.

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