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Perché Tesla è destinata a rallentare

Secondo Leverage Shares, con una concorrenza sempre più agguerrita è inconcepibile che Tesla rimanga l’unica scelta per i consumatori negli Usa o altrove. E il titolo continuerà a ‘normalizzarsi’

Nonostante siano esposte principalmente all’emisfero orientale in fase di ripresa economica, le azioni Tesla hanno iniziato silenziosamente a riflettere un outlook sempre più ribassista tra gli osservatori e gli analisti del settore. Il motivo? Per Sandeep Rao, head of research di Leverage Shares, è una questione di tempismo e prospettiva.

Il quadro generale

“Le vendite di auto nuove negli Stati Uniti sono in costante declino da quasi un decennio, e il 2022 è stato l’anno più debole dal 2011 – spiega -. Tuttavia, i veicoli elettrici hanno rappresentato il 5,8% di tutte le nuove auto vendute, con un solido aumento rispetto alla quota del 3,1% dell’anno precedente”. Per l’esperto è anche bene ricordare che la Cina e l’Europa rappresentano collettivamente la maggior parte delle vendite di veicoli elettrici nel mondo da oltre 5 anni, con la prima che rappresenta un mercato di dimensioni considerevoli. “I veicoli elettrici hanno rappresentato rispettivamente il 19% e l’11% di tutte le vendite di auto in Cina e in Europa. 5,2 milioni di veicoli elettrici a batteria sono stati venduti in Cina, mentre 807.180 veicoli elettrici sono stati venduti negli Stati Uniti”, evidenzia.

A mettere sotto pressione Tesla nella sua patria, l’America, a detta di Rao è l’avvento di un numero sempre più ampio di nuovi concorrenti, alcuni forti di uno status consolidato: Mercedes-Benz, Bmw, Ford, Cadillac, Hyundai, Kia e Nissan, tra gli altri, hanno lanciato i loro veicoli elettrici negli Stati Uniti l’anno scorso e hanno intaccato la quota di mercato di Tesla, che è scesa dal 72% nel 2021 al 65% nel 2022. “La Cina presenta un panorama simile – osserva – ma molto più vasto: oltre 94 marchi offrono collettivamente più di 300 modelli, che vanno da soli 5.000 dollari a oltre 90.000 dollari, con i marchi locali che controllano l’81% del mercato degli Ev. Tesla deteneva una quota di mercato del 14% circa nel 2021, che è scesa all’8,8% nel 2022”.

Di grande interesse sono anche i veicoli commerciali, che tendono a essere utilizzati molto più intensamente delle autovetture. “Si prevede – prosegue l’esperto – che nel 2023 le vendite dei veicoli commerciali elettrici aumenteranno dell’80% rispetto al 2022, raggiungendo quasi 600.000 unità. Anche in questo campo, Tesla ha una concorrenza agguerrita: BrightDrop di GM, Volvo Truck e Daimler Truck hanno registrato grandi ordini di acquisto”.

Secondo Rao, un fattore cruciale che sostiene l’adozione diffusa dei veicoli elettrici a batteria è l’infrastruttura di ricarica su cui gli Stati Uniti sono molto indietro rispetto alla Cina e all’Europa: in Cina sono state installate quasi 1,8 milioni di stazioni di ricarica, la sola provincia del Guangdong ne conta 383.000, più del doppio del numero di stazioni pubbliche in tutti gli Stati Uniti. “La relativa mancanza di copertura negli Stati Uniti è un ostacolo all’adozione accelerata dei Bev per tutti i produttori, non solo per Tesla. Man mano che la concorrenza si fa più affollata viene eroso il vantaggio di Tesla di essere ‘first mover’, leader del settore, sul suo territorio nazionale”, avverte.

Trend delle valutazioni: dal 4° trimestre 2022 a oggi

In quasi tutte le principali regioni in cui opera l’azienda (Stati Uniti, Cina ed Europa) le prospettive generali per le vendite di nuovi veicoli (almeno per i Bev) sono generalmente positive, in particolare in Cina. Tuttavia, come fa notare Rao, l’andamento dei titoli mostra un leggero calo dopo un breve periodo di rialzi a febbraio.

“Queste prospettive ribassiste sul titolo Tesla sono in parte fondate – chiarisce -. Ad esempio, gli osservatori del settore concordano sul fatto che una gamma limitata di modelli, l’aumento dei costi, la concorrenza di opzioni più convenienti e il sentiment locale hanno ostacolato gli sforzi dell’azienda per rafforzare la propria posizione in Cina. La concorrenza in costante aumento nel suo territorio nazionale, anche da parte di case automobilistiche affermate in Europa e Giappone, minaccia di intaccare la posizione dominante di Tesla. Inoltre, i richiami su larga scala dovuti a difetti del software di guida autonoma rischiano di aggravarsi con l’avvio di indagini da parte delle autorità di regolamentazione statunitensi sui difetti del volante”.

Titolo Tesla verso una ‘normalizzazione’

Per l’esperto è altamente improbabile che Tesla perda tutte le vestigia della sua imponente presenza sul mercato nel corso di un solo anno: verranno lanciati nuovi modelli e verranno introdotte offerte di servizi più ampie per consentire all’azienda di rimanere competitiva. Tuttavia, è semplicemente inconcepibile che rimanga l’unica scelta possibile per i consumatori negli Usa o altrove. “Pertanto, non ci si può aspettare che il titolo dell’azienda mantenga l’elevato PE Ratio che continua ad avere, dato che il Pe Ratio medio dell’industria automobilistica si aggira intorno al valore di 11-12X. Non si può quindi escludere un’ulteriore razionalizzazione del prezzo delle azioni di Tesla”, conclude.

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