Secondo Trabattoni (Kairos), se Draghi non deluderà, il mercato italiano continuerà il processo di rerating e vedrà diminuire lo storico sconto-Paese che pesa sulle quotate tricolori
Da quando il 2 febbraio scorso il presidente Mattarella ha fatto il nome di Mario Draghi, i listini italiani hanno recuperato in fretta tutta la sottoperformance del mese precedente derivante dalla crisi politica e ora stanno sovraperformando il resto dei mercati europei man mano che giungono notizie positive riguardo alla creazione del nuovo governo. Da inizio anno al 20 febbraio 2021 il Ftse Mib ha guadagnato il 3.2% contro il 3% del Cac e l’1.5% del Dax, mentre da quando è stato annunciato Draghi, il Ftse Mib guadagna il 4%, il Cac il 3% e il Dax solo lo 0.5%.
“In questa prima fase – osserva Massimo Trabattoni, head of italian equity di Kairos nella rubrica ‘Italian Times’ -, a guidare il rimbalzo di mercato sono state sicuramente le banche e i titoli finanziari tradizionali; questi hanno beneficiato materialmente dal restringimento dello spreadNel mondo dei prestiti, per spread si intende il ricarico ch... Leggi sotto i 100 punti e in generale dal miglioramento dell’outlook del Paese che inevitabilmente porterà a un rerating del settore che trattava a forte sconto sul patrimonio relativamente ai peer europei. Assieme ai finanziari sono andati bene i titoli legati al re-opening e più correlati con il ciclo economico e il pick-up dell’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi, mentre hanno sottoperformato i titoli growth e le utilities che soffrono la risalita dei tassi e il riposizionamento degli investitori”.
Vale insomma la pena approfondire il tema Draghi per cercare di valutare quanto grande sia l’opportunità per l’Italia. In primo luogo, secondo Trabattoni, lo schema del programma politico, come descritto da Draghi nelle ultime settimane, è incoraggiante. “Oltre all’inevitabile impegno ad accelerare la campagna di vaccinazione ‘con tutti i mezzi disponibili’ – osserva -, ha evidenziato due tematiche fondamentali nei suoi interventi al Senato e alla Camera: la necessità di attuare delle riforme strutturali per far ripartire la crescita economica e lo stampo profondamente europeista di questo governo in termini di politica estera”.
“Entrambi i temi sono estremamente importanti per il mercato – sottolinea l’esperto Kairos -, che da anni chiede all’Italia un cambiamento strutturale per stimolare la crescita e che al contempo è sempre spaventato dall’antieuropeismo dei partiti populisti. Questo tipo di interventi inoltre rassicura quei soggetti del mondo finanziario che fino a poco tempo fa ritenevano l’Italia un mercato con una volatilità troppo alta e quindi non investibile. Si presume quindi che ciò porterà ad un ritorno di flussi verso l’Italia, che invece negli ultimi anni aveva visto diminuire i volumi sui propri listini, e probabilmente anche alla chiusura di tante posizioni short, sia sui singoli titoli sia sul Paese in generale”.
Non solo: la notizia della creazione di questo nuovo governo si rivela ancora migliore se si considera che Draghi avrà a disposizione per rilanciare il Paese più di 200 miliardi di euro grazie al Recovery Fund. “Il mercato – afferma Trabattoni – non era convinto che l’Italia sarebbe riuscita a spendere in maniera efficace tutte queste risorse con il governo Conte (che si basava su fragili compromessi e numeri tiratissimi), mentre è pronto a scommettere che Draghi non si limiterà a finanziare i progetti più urgenti, ma che si impegnerà per mettere in piedi un piano di ampio respiro con obiettivi di lungo termine”.
E d’altra parte, come fa notare l’esperto, negli interventi sulle politiche economiche rilasciati alla stampa negli ultimi mesi, come anche nel discorso al Senato di qualche giorno fa, Draghi non si è limitato a impegnarsi per ulteriori misure di stimolo per proteggere aziende e dipendenti, ma ha anche poi elencato una serie di riforme strutturali mirate a far ripartire la crescita. Tra queste la riforma del fisco, in parte per ridurre l’elevata pressione fiscale sul ceto medio, in parte per incoraggiare un aumento del tasso di occupazione delle donne, la riforma del sistema giudiziario, le riforme della pubblica amministrazione, le riforme del mercato del lavoro, la digitalizzazione e il cambiamento climatico.
“È questo il tipo di cambio di passo che il mercato si aspetta da un’Italia guidata da Draghi avendo a disposizione ingenti risorse europee – conclude Trabattoni -; e qualora ci fosse il raggiungimento di queste aspettative nei prossimi mesi, il mercato italiano continuerà il processo di rerating appena iniziato che vedrà diminuire sempre di più lo storico sconto-Paese che da anni si portano dietro la larga maggioranza delle società italiane quotate”.