Secondo AcomeA Sgr, alcune pmi quotate sull’Egm sono riparo dalle distorsioni della concorrenza. E hanno valutazioni che spesso non ne riflettono il valore effettivo
Le tensioni geopolitiche e le politiche net zero della Ue stanno creando distorsioni della concorrenza in Europa, rendendo più difficile fare impresa. Ma, secondo Edoardo Loewenthal, senior advisor di AcomeA Sgr, alcune realtà dell’universo delle piccole e medie imprese quotate all’Egm hanno continuato ad aumentare utili e fatturato anche nel 2023, nonostante quest’anno fosse iniziato sotto i peggiori auspici.
“Il 2023 ha registrato un picco di fatturato e di utili per molte aziende quotate all’Egm – sottolinea -. Anche l’impatto della crescita dei tassi d’interesse, in molti casi, è stato limitato dal basso indebitamento. A questo si aggiunge una gestione sana, frutto anche di una impostazione manageriale diventata più cauta e attenta al circolante e al cash flow dopo la pandemia di Covid 19. Con un atteggiamento meno orientato alla crescita a tutti i costi, queste aziende si sono dimostrate più resilienti anche dopo l’invasione russa dell’Ucraina”.
Per Loewenthal, non è da trascurare, infine, il fatto che queste società, rappresentative del tessuto imprenditoriale italiano, sono spesso leader di mercato e operano in nicchie specifiche, caratteristiche che le mettono al riparo dagli effetti distorsivi dei mega trend globali, come la crisi del commercio internazionale.
Il problema, a detta dell’esperto, restano i multipli fortemente a sconto di queste società, penalizzate dalla scarsa liquidità del mercato Egm che tiene alla larga i grandi fondi e, quest’anno, da fattori tecnici come i deflussi sui ‘vecchi Pir’, giunti, dopo cinque anni, all’esenzione fiscale. “Gli investitori professionali non sono incoraggiati a investirvi, non solo per la scarsa liquidità, ma anche per la carenza di ricerche e di informazione. Gli scambi sull’Egm finiscono, dunque, per essere concentrati nelle mani degli investitori retail, e le valutazioni spesso non riflettono il valore effettivo delle aziende”, afferma.
Questi fenomeni di scollamento fra le valutazioni e i fondamentali sono tuttavia, secondo l’esperto, destinati a ridimensionarsi allungando l’orizzonte temporale. “Siamo convinti che, se le aziende continueranno a performare, prima o poi la crescita di utili e fatturato si trasferirà sui prezzi di Borsa, e questi titoli torneranno sotto i riflettori dei fondi e dei broker”, assicura.
“Per le società nel nostro portafoglio il rapporto fra la valutazione di Borsa e il loro Ebitda è intorno a 5, e ci aspettiamo che nel lungo termine questo multiplo possa avvicinarsi ai valori più elevati delle aziende di maggiore dimensione”, conclude Loewenthal.