Ripresa più omogenea, più debito di alta qualità e abbassamento dei premi al rischio: ecco cosa implica il piano Ue per i mercati, secondo Mfs
Sono tre in particolare le implicazioni per i mercati del fondo temporaneo per la ripresa Next Generation EU, secondo Peter A. Goves e Annalisa Piazza, entrambi fixed income research analyst di Mfs, che giudicano molto positivamente il piano europeo.
La prima riguarda le erogazioni selettive e il rimborso congiunto per creare un percorso di ripresa meno divergente. “Il fondo per la ripresa introduce il concetto di sovvenzioni destinate agli Stati membri più colpiti – spiegano -. Le sovvenzioni a fondo perduto, per definizione, non devono essere restituite. La loro inclusione nel piano consente di migliorare i parametri creditizi sovrani che altrimenti avrebbero potuto registrare un ulteriore deterioramento. Le obbligazioniLe obbligazioni sono titoli rappresentativi del capitale di ... Leggi comuni dell’Ue, emesse per finanziare gli aiuti a fondo perduto, verrebbero rimborsate non dagli Stati membri ma dalle nuove risorse collettive dell’Unione. Queste emissioni comuni rappresentano una forma aggiuntiva di integrazione fiscale perché le sovvenzioni possono essere distribuite in maniera non simmetrica secondo una formula di allocazione e ripagate da tutti gli Stati membri mediante il bilancio comunitario”.
I due analisti sottolineano tuttavia che non si tratta di mutualizzazione del debito già in circolazione in quanto i titoli di Stato dei singoli paesi continueranno a esistere. Ciononostante, a loro parere la natura e la forma degli aiuti a fondo perduto (diretti prevalentemente ai paesi dell’Europa meridionale ed orientale) consentiranno di ridimensionare le divergenze tra le varie economie europee, portando a una maggiore convergenza nella chiusura degli output gap nel periodo 2021-2023.
Altro aspetto positivo, secondo Goves e Piazza, è che gli investitori sono a caccia di asset AAA. “Il concetto di emissione di debito comune dell’Ue non è del tutto nuovo, ma con appena 52 miliardi di euro di obbligazioniLe obbligazioni sono titoli rappresentativi del capitale di ... Leggi in circolazione, l’offerta è decisamente limitata – evidenziano -. L’immissione sul mercato di titoli fino a 750 miliardi di euro nei prossimi anni, che si vanno ad aggiungere ai 100 miliardi del piano Sure (che partirà tra qualche mese), trasformerà l’Ue nel più grande emittente sovranazionale europeo. Inoltre, fornirà agli investitori una curva di asset AAA liquidi aggiuntiva in un mondo in cui i titoli di elevata qualità scarseggiano. Un ulteriore vantaggio per i destinatari dei prestiti è la capacità di finanziarsi al tasso AAA dell’Ue, che è decisamente contenuto e va a migliorare la sostenibilità del debito e la fiducia dei mercati nelle emissioni sovrane degli Stati membri indebitati”.
A detta dei due analisti, il fondo per la ripresa è un’iniziativa congiunta che intende sfruttare i livelli attualmente bassi dei tassi di interesse a vantaggio degli Stati membri e della coesione dell’intera Unione. E il nuovo ruolo dell’Ue come grande emittente di debito ‘comune’ di alta qualità non solo sostiene gli asset rischiosi europei (segnalando coesione e solidarietà) ma va a integrare in maniera significativa il settore più ampio degli strumenti AAA.
Infine, la fiducia nell’area euro è aumentata, facendo scendere i premi al rischio. “Riteniamo che il fondo per la ripresa riduca i timori esistenziali sul futuro dell’euro, un fattore di medio termine positivo per la moneta unica – concludono Goves e Piazza -. Insieme all’accomodamento monetario fornito dalla Bce, dovrebbe permettere di arginare la dispersione degli spreadNel mondo dei prestiti, per spread si intende il ricarico ch... Leggi sovrani e della volatilità nei mercati europei dei titoli di Stato. In generale, inoltre, l’abbassamento dei premi al rischio dovrebbe favorire gli asset rischiosi. La percezione di un’Europa più unita e la prospettiva a medio termine di ulteriori progressi verso una politica fiscale comune potrebbero tra l’altro consentire all’euro di diventare gradualmente una valuta di riserva”.