Federated Hermes punta sul trend legato all’economia digitale attraverso nomi quali Yandex e Sberbank ed Ozon
I venti di guerra che soffiano dalla Russia, l’incertezza geopolitica e le tensioni sempre più crescenti al confine con l’Ucraina spaventano i mercati azionari. Il mercato di Mosca è sceso del 25% da ottobre scorso. Il volume degli scambi sui nomi russi a più ampia capitalizzazione è aumentato di sei volte e sono in molti ad immaginare che questo potrebbe essere il punto più basso. Per quanto riguarda il petrolio, il barile ha raggiunto i livelli più alti dal 2014.
“Nonostante una condizione abbastanza stabile dal punto di vista macroeconomico – spiega Kunjal Gala, lead portfolio manager emerging markets per la divisione internazionale di Federated Hermes -, il nostro posizionamento di sottopeso riflette quella che è la nostra attesa, vale a dire che il sostegno derivante dell’aumento dei prezzi del petrolio si modererà probabilmente nel corso dell’anno e che ci sia la possibilità che le attuali tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti e l’Unione Europea per quanto riguarda l’Ucraina possano portare all’imposizione di determinate sanzioni nei confronti di Mosca”.
Nel caso di un’invasione russa dell’Ucraina le sanzioni potrebbero essere più severe rispetto al passato. Ma, secondo l’esperto, l’Europa sta anche affrontando una crisi sul fronte energetico ed è molto dipendente da Mosca per gran parte della propria fornitura di gas, cosa che, alla fine, potrebbe compromettere la minaccia multilaterale di Biden.
“La nostra esposizione alla Russia è principalmente indirizzata al trend legato all’economia digitale attraverso nomi quali Yandex e Sberbank ed Ozon- afferma Gala -. Non siamo usciti da queste posizioni perché c’è un’enorme opportunità di crescita nella trasformazione digitale di Mosca, il listino è interessante e soprattutto la valuta è economica e non legata all’andamento del petrolio”.