Per Ubp, l’universo Ue delle small cap ha una maggiore esposizione alle società più innovative in settori come tecnologia, sanità, ingegneria, cleantech e vendita al dettaglio online
L’evento principale che ha caratterizzato il 2020 è stata la pandemia e l’impatto che ha avuto sull’economia globale, sulle finanze pubbliche e sugli utili delle imprese, portando a un aumento dei livelli di volatilità sui mercati azionari. Le aziende più piccole non hanno fatto eccezione e hanno sofferto in modo particolare nel primo trimestre. Ciononostante, l’Indice Msci Europe Small Cap ha registrato un forte rimbalzo dai minimi di marzo 2020, restituendo il 51,69% rispetto al 32,74% dell’Indice Msci Europe. Un dato da non sottovalutare, secondo Charlie Anniss, senior portfolio manager di Union Bancaire Privée, secondo cui è importante notare come in un periodo così turbolento per gli investitori azionari, l’Msci Europe Small Cap abbia sovraperformato l’Indice Msci Europe del 2,6% dall’inizio dell’anno.
Per l’esperto, questa sovraperformance può essere in parte spiegata dalla polarizzazione dei rendimenti sui mercati azionari europei e dalla composizione settoriale dell’universo delle imprese di minori dimensioni. “I segmenti di mercato più orientati alla crescita, che possono beneficiare delle tendenze a lungo termine accelerate dalla ‘nuova normalità’, hanno riportato una forte performance – chiarisce -. Altri settori, invece, che hanno visto un impatto sproporzionatamente negativo sui loro guadagni e sui loro flussi di cassa a causa dei lockdown prolungati e delle interruzioni dell’attività, sono rimasti indietro”.
“Rispetto alle aziende europee a maggior capitalizzazione, l’universo europeo delle small cap ha una maggiore esposizione alle società più innovative e disruptive in settori come la tecnologia, le attrezzature sanitarie, l’ingegneria, il cleantech, i servizi di comunicazione e la vendita al dettaglio online. È anche meno esposto a settori più tradizionali della vecchia economia come banche, assicurazioni, oil&gas, telecomunicazioni, utility e automotive”, assicura Anniss.
L’esperto fa anche notare che le aziende più piccole hanno tradizionalmente riportato tassi di crescita e rendimenti sugli investimenti più elevati nel lungo periodo. “È un dato di fatto che è più facile ottenere una crescita più forte da una base più piccola – afferma -. Le imprese più piccole traggono vantaggio da una maggiore esposizione a segmenti di mercato che stanno contribuendo a livelli più elevati di innovazione, disruption e investimenti in R&S, determinando una crescita più forte. Tendono a fornire agli investitori un’esposizione pura e semplice a importanti trend secolari di crescita. Inoltre, man mano che le small cap crescono e diventano società più grandi con una maggiore capitalizzazione di mercato, il premio di rischio di liquidità che gli investitori gli attribuiscono, quando sono piccole, si riduce nel tempo, contribuendo ad ottenere rendimenti superiori”.
Per Anniss però un approccio selettivo è fondamentale quando si valutano le small companies, al fine di identificare quelle che in futuro diventeranno aziende più grandi con un ampio universo di investimenti. I bassi livelli di copertura degli analisti e la mancanza di maturità in questa asset class portano a inefficienze, che possono consentire agli investitori esperti di sfruttare punti di ingresso interessanti per le imprese di qualità che sono in crescita.
Infine, negli ultimi mesi uno degli aspetti positivi che ha caratterizzato le small cap ha riguardato il fatto che le aziende ben posizionate hanno avuto un accesso al capitale senza soluzione di continuità, nonostante le circostanze prevalenti e la continua incertezza del mercato. “È interessante poi notare come il 2020 sia stato un periodo impegnativo per la raccolta di fondi tra le small e le mid cap quotate, in quanto hanno cercato di sostenere i loro bilanci contro la continua incertezza derivante dalla pandemia – conclude l’esperto -. Attualmente le Ipo in Europa si concentrano principalmente su aree di mercato orientate alla crescita e guidate dall’innovazione, quali medtech, cleantech e fintech. L’afflusso di nuove opportunità di quotazione dovrebbe contribuire ad accendere una luce positiva su un segmento di mercato spesso trascurato come motore di crescita dell’Europa”.