Scott Berg (T. Rowe Price) è convinto che alla fine della pandemia l’integrazione dei fattori Esg nei portafogli farà la differenza
Le crisi provocano cambiamenti. “Ne siamo consapevoli come essere umani e come esperti investitori globali”, commenta Scott Berg, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – Global Growth Equity Fund di T. Rowe Price. La crisi finanziaria globale del 2008 ha portato a un ripensamento del modo in cui le società erano gestite e a una maggiore trasparenza, cambiando in modo radicale il mondo finanziario, per lo più in meglio.
La pandemia da coronavirus ha accelerato molte tendenze dirompenti in modo sorprendente. Il distanziamento sociale e la chiusura dei negozi fisici hanno anticipato di diversi anni la diffusione dell’e-commerce e della comunicazione. Le società si sono affidate alla tecnologia per aiutare i dipendenti a lavorare da casa, cosa che per molti potrebbe diventare una modalità permanente anche dopo la fine della pandemia.
“Tuttavia, anche se i governi di tutto il mondo hanno utilizzato stimoli fiscali e monetari senza precedenti per creare e proteggere i posti di lavoro, hanno faticato nel riuscire ad allentare le pressioni sociali”, fa notare Berg.
Una delle conseguenze della pandemia è stata rappresentata dall’intensificarsi del dibattito riguardo a come affrontare le diverse dimensioni della disuguaglianza, sia sociale sia economica.
“Dato questo contesto, è più importante che mai per le società incorporare la sostenibilità nelle loro strategie di lungo periodo – aggiunge ancora l’esperto di T. Rowe Price – La sostenibilità è profondamente intrecciata con un modo di pensare visionario, una leadership rigorosa (soprattutto in caso di crisi), ponendosi dalla parte giusta del cambiamento sociale e occupandosi dei bisogni degli altri”.
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità
Proprio come la crisi finanziaria globale del 2008 è stata una resa dei conti per il settore finanziario, allo stesso modo l’attuale crisi sanitaria lo è stata per il settore tecnologico. “Le grandi società tecnologiche come Apple, Amazon e Netflix non sono estranee alle problematiche relative ai fattori Esg – spiega Berg – I loro modelli di business hanno guidato e beneficiato degli enormi cambiamenti sociali nel modo in cui comunichiamo, acquistiamo e guardiamo la tv. Anche se questi cambiamenti sociali hanno determinato una crescita dei fatturati, hanno anche creato rischi operativi”.
Con così tanto in ballo, molte società del settore tecnologico hanno fatto passi concreti per affrontare il loro approccio verso le questioni Esg nell’etica e nella gestione del capitale umano (come, per esempio, il sostegno al pagamento di una quota maggiore di tassazione a livello internazionale), nota Berg: “Non sono solo le grandi società a riconoscere la loro importanza nel sostenere e migliorare le nostre vite”.
Sin dall’inizio dello scoppio della pandemia, “anche le società più piccole hanno visto la differenza che possono fare nell’aiutarci in tempi di crisi – continua Berg – Le piattaforme di e-commerce svolgono un ruolo centrale nell’aiutare le piccole società a passare dall’offline all’online. Nel settore sanitario, vi sono diverse aziende di nicchia che si occupano di biotecnologie che si trovano in prima fila nella lotta contro il coronavirus, grazie alla loro capacità di creare test accurati, effettuare ricerche sierologiche e fornire supporto ai vaccini”.
Mai nella storia è stata posta una simile attenzione collettiva riguardo a un problema, e la speranza è che la società possa emergere da questo periodo con un maggiore senso di condivisione degli obiettivi. “Stiamo vedendo i risultati di questo cambiamento in prima persona – argomenta Berg – Le società stanno iniziando a confrontarsi sulle considerazioni Esg e delineando piani dettagliati, in cui storicamente era molto più frequente per noi iniziare la conversazione. La discussione riguardo i fattori Esg è sempre stata importante per noi, poiché crediamo che possa creare società migliori nel lungo periodo. L’integrazione dei fattori Esg è fondamentale per trovare delle buone società growth”.
Un contesto economico mutevole sostenuto dalla tecnologia ha portato a uno stravolgimento significativo nelle società di tutto il mondo ed è diventato evidente che una qualche forma di interazione tra società, aziende, investitori e governi è fondamentale per garantire la stabilità economica e il progresso, puntualizza l’esperto di T. Rowe Price: “La pandemia da coronavirus ha anticipato la diffusione delle tendenze legate alla sostenibilità di molti anni, rendendo fondamentale la comprensione di questa maggiore attenzione, e rimodellerà il panorama degli investimenti”.
L’Esg è una parte permanente di questo nuovo sistema. Le società dovranno pensare attentamente al loro effetto sulle industrie, sulle persone e infine sul pianeta. Le società che comprendono queste connessioni sono spesso quelle innovatrici che si posizionano in modo da poter beneficiare di una crescita reale e futura.
“Crediamo che questa sia una disruption positiva in relazione alla quale vogliamo posizionarci dalla parte giusta, e lo facciamo integrando pienamente l’analisi Esg nel nostro processo di investimento, avvalendoci del nostro modello proprietario di indicatori di investimento responsabile, il Riim (Responsible investing indicator model) – puntualizza Berg – Le aree di investimento che, a nostro avviso, presentano un potenziale di sostenibilità di lungo termine sono quella dei materiali, per esempio il packaging sostenibile o lo stoccaggio di carbonio, le utility orientate alle rinnovabili, l’healthcare, dove la pandemia ha spinto la telemedicina, e la tecnologia, dove molte società agiscono da steward della sostenibilità”, conclude.