Anziché limitarsi ad avere in portafoglio Amazon, Facebook e Google, è fondamentale scovare le società che potrebbero beneficiare della prossima fase. Ecco come secondo Gam
Lo strapotere delle big tech è destinato a finire? Già prima che scoppiasse l’epidemia, le nuove tecnologie in rapida crescita, come l’intelligenza artificiale, l’Internet of Things, i big data e la blockchain erano a detta degli esperti destinate a diventare il motore trainante del potere dirompente della tecnologia, ampliando il divario tra vincitori e vinti. Ebbene ora, come sottolinea Mark Hawtin, gestore del fondo Gam Star Disruptive Growth di Gam Investments, queste tecnologie abbinate all’effetto rete (per cui il valore di una rete aumenta in modo esponenziale con il numero di utenti) rappresentano una rivoluzione digitale di quarta generazione che dovrebbe subire un’accelerazione post-Covid.
Secondo il gestore, la quarta ondata di tale fenomeno, ovvero ‘digital 4.0’, sarà più ampia di quelle che l’hanno preceduta: “Digital 1.0 riguardò migliaia di computer mainframe negli anni ‘70. Negli anni ’80 e ‘90, milioni di sistemi client server alimentarono la seconda ondata della rivoluzione digitale, mentre negli anni Duemila ‘digital 3.0’ dipese dalla diffusione di miliardi di smartphone. Oggi sono migliaia di miliardi i dispositivi connessi all’Internet of Things, mentre big data e intelligenza artificiale hanno dato origine a una nuova era di crescita e connettività, trasformando i business model e creando nuove opportunità di investimento. Il rischio per gli investitori sta quindi nel restare ancorati alla fase precedente e non prepararsi alla successiva”, avverte.
Anziché limitarsi ad avere in portafoglio i titoli principali (Amazon, Facebook e Google), per Hawtin è fondamentale scovare le società che potrebbero beneficiare della prossima fase. “Le aree di investimento che consentiranno di sfruttare il potere dirompente della tecnologia nei prossimi 5-10 anni saranno prevedibilmente il settore sanitario, dei trasporti e industriale, e le opportunità potrebbero anche non arrivare dalle big tech che hanno trascinato al rialzo i principali indici negli ultimi dieci anni”, afferma.
Secondo le stime, la valutazione del mercato per il settore sanitario digitale supererà quota 639,4 miliardi di dollari entro il 2026, in aumento rispetto ai 106 miliardi di dollari del 2019. Si ritiene che il crescente numero di utenti di smartphone in tutto il mondo sarà decisivo per lo sviluppo di questo mercato. L’espansione sarà favorita inoltre dalla rapida crescita delle infrastrutture IT in campo sanitario, sia nei Paesi sviluppati che in quelli emergenti. C’è inoltre maggiore consapevolezza tra la popolazione dell’importanza del benessere e della salute, e ciò promuoverà l’adozione di tali prodotti alimentando la crescita del mercato.
“Crediamo che la tecnologia sia la principale soluzione all’aumento dei costi del settore sanitario – aggiunge il gestore -. Per esempio, l’archiviazione elettronica dei dati dei pazienti farà diminuire molto i costi. Rileviamo interessanti opportunità nel campo dell’intelligenza artificiale, dell’Internet of Things e del 5G che consentiranno la prestazione di servizi sanitari di qualità negli ospedali in aree remote e in zone rurali. Inoltre, la capacità di analizzare i dati in modo più rapido e accurato potrà prevenire gravi problemi di salute, mentre i big data e l’intelligenza artificiale accelereranno la costruzione di modelli sul comportamento delle malattie nonché la ricerca farmaceutica”.
Nel campo dei trasporti, Hawtin sottolinea il maggiore interesse per le auto elettriche, la mobilità condivisa e i veicoli a guida autonoma. Secondo le stime, da solo il mercato dei veicoli a guida autonoma ammontava a 6,6 milioni di unità nel 2017 e dovrebbe raggiungere i 67,5 milioni di unità entro il 2028, con un tasso di crescita composito annuo del 20,78% nel periodo in esame. “Questa proiezione di crescita si riflette per esempio nella valutazione di Tesla, la cui quotazione azionaria ha raggiunto livelli stratosferici nell’ultimo anno – sostiene Hawtin -. Crediamo che emergeranno altre opportunità tra le aziende che operano nel campo dei sistemi operativi di guida, delle piattaforme informatiche e dei trasporti come servizio. D’altra parte, crediamo che il mercato del ride sharing (Uber, Lyft) abbia ancora molta strada da fare prima di trovare il modello giusto”.
Le fabbriche del futuro, poi, probabilmente dipenderanno dall’analisi predittiva automatizzata, dal blockchain per la pianificazione delle risorse d’impresa e per la gestione della catena di distribuzione, dai robot collaborativi (cobot) e dalla realtà aumentata industriale.
“In ultima analisi, a nostro avviso, emergeranno nuovi vincitori che utilizzeranno lo straordinario effetto rete digitale in grado di consentire una crescita esponenziale. La rivoluzione digitale di quarta generazione farà accelerare ancora di più il cambiamento, con l’Internet of Things che, grazie alla tecnologia 5G, ai big data e all’intelligenza artificiale, scatenerà un’ondata digitale di più ampia portata rispetto a quelle che l’hanno preceduta”, conclude Hawtin.