Secondo Generali Investments, l’equity a stelle e strisce sarà sotto pressione nel breve termine a causa degli utili più deboli
La reporting season sul quarto trimestre è appena iniziata. Finora hanno pubblicato i risultati 127 società dell’azionario Usa, pari al 25% dell’indice S&P500, mostrando i primi sintomi dovuti allo scenario di recessione.
Come sottolinea Vladimir Oleinikov, senior quantitative analyst di Generali Investments, i risultati registrano infatti una variazione annuale negativa degli utili del -0,6%, mentre nel terzo trimestre 2022, quando un numero simile di società aveva pubblicato i risultati, la variazione era stabile allo 0%.
“Allo stesso modo – fa notare Oleinikov – i ricavi sono diventati più deboli (+6,0% rispetto a +9,9% nel terzo trimestre) e anche i margini complessivi sono peggiorati. Le aspettative sia per gli utili che per i ricavi nel quarto trimestre sono state superate, pur inferiori rispetto al trimestre precedente (2,7% contro 2,9% per gli utili e 0,8% contro 1,3% per i ricavi)”.
Il consensus circa le aspettative sugli utili per il quarto trimestre del 2022 è in costante calo, attualmente al -2,7% su base annua per l’S&P500 rispetto al +10,6% di luglio 2022. Il recente flusso di notizie macro, a detta dell’esperto di Generali Investments, indica un indebolimento del ciclo statunitense: sia l’ISM che l’indice principale statunitense sono in calo, segnalando una variazione degli utili inferiore allo zero.
“Un dollaro più debole – chiarisce – è favorevole alla redditività delle imprese, ma non è ancora probabile che compensi gli effetti dell’indebolimento dell’economia. I declassamenti degli utili e l’ulteriore restrizione monetaria peseranno sulla performance del mercato azionario statunitense nel breve termine, al netto di un posizionamento positivo basso”.
“Prevediamo che le azioniLe azioni sono titoli rappresentativi del capitale di una so... Leggi genereranno rendimenti positivi nel 2023, con multipli che probabilmente miglioreranno man mano che ci avvicineremo a un taglio della Fed entro la fine dell’anno. Ma cercheremo livelli di ingresso migliori una volta che il rallentamento sarà pienamente scontato”, conclude Oleinikov.