Nonostante la rotazione verso il value, per T. Rowe Price è possibile individuare opportunità di cui il mercato non sembra comprendere le potenzialità sul lungo periodo
Come posizionarsi alla luce della recente rotazione sui mercati dai titoli large-cap growth a quelli value? È questa la domanda clou che moltissimi investitori continuano a porsi ormai da diverso tempo senza trovare una risposta univoca. Secondo Larry Puglia e Paul Greene, gestori del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – US Blue Chip Equity di T. Rowe Price, la risposta è meno difficile di quel che sembra, perché nonostante la rotazione di mercato, i titoli growth offrono ancora valore, a patto di saper individuare i settori giusti, come quello dell’e-commerce.
Per i due gestori i principali fattori che hanno alimentato i cambio di regime sui mercati non sembrano ancora essersi esauriti, anche se nel breve termine rimane molta incertezza. “Molto dipende dai progressi nella lotta alla pandemia, dato che la combinazione di ritorno alla normalità e stimoli fiscali potrebbe scatenare un’ondata di domanda repressa, cosa che favorirebbe le azioniLe azioni sono titoli rappresentativi del capitale di una so... Leggi value con maggiore sensibilità al contesto economico – spiegano -. Inoltre, l’anno scorso il mercato ha spinto al rialzo alcuni titoli growth senza considerare più di tanto le valutazioni, quindi la fase di inversione per queste particolari azioniLe azioni sono titoli rappresentativi del capitale di una so... Leggi potrebbe proseguire ancora nel breve termine”.
Dall’altro lato, Puglia e Greene sottolineano anche che molte delle società growth più innovative ora scambiano su valutazioni non più irragionevoli, considerando le prospettive di crescita. “In aggiunta, i fondamentali di business ci fanno pensare che questo cambio di leadership sui mercati in ultima analisi non si dimostrerà durevole – precisano -. Per questo, invece che dibattere se sia il caso di comprare o vendere titoli ciclici nel breve termine, preferiamo concentrarci sull’aspetto che a nostro avviso ha la capacità di creare più valore per gli investitori nel corso di un intero ciclo economico: individuare opportunità nelle quali il mercato non sembra comprendere appieno la potenziale solidità e durata del percorso di crescita di una società”.
Un esempio in questo senso è appunto l’e-commerce, un settore nel quale i due gestori vedono forti venti favorevoli e la possibilità per i player di espandersi anche in aree di business alternative.
“L’emergenza sanitaria ha accelerato l’adozione dello shopping online da parte di famiglie e Pmiche prima avevano una presenza in rete molto limitata o addirittura nulla – argomentano -. Sebbene tali cambiamenti comportamentali siano andati a favore dei ‘secular grower’ più esposti a questi trend, questo sviluppo può farci chiedere se questa crescita ‘anticipata’ possa aver accorciato il percorso di crescita futuro per queste società”.
Certo, il ritmo di adozione dello shopping online è aumentato in modo significativo, ma stando ai due gestori, un confronto tra i tassi di penetrazione dell’e-commerce negli Usa e in Europa e quelli delle economie asiatiche suggerisce che questo trend ha ancora margine per proseguire, via via che i consumatori acquisiscono familiarità nel comprare online un insieme sempre più ampio di prodotti, compresi gli alimentari e altre categorie retail che finora si erano dimostrate resistenti alla competizione di internet.
“Amazon.com, per esempio – osservano -, offre un’esposizione a questo trend attraverso l’ampia gamma di prodotti in vendita sulla sua piattaforma online, gli investimenti consistenti in logistica che stanno facendo aumentare la quantità di articoli per i quali è disponibile la spedizione in giornata, e la presenza nel mercato degli alimentari attraverso la controllata Whole Foods Market. Una parte importante della nostra tesi di investimento però riguarda anche le altre opportunità che derivano indirettamente dal core business. Ad esempio, grazie alla sua prossimità al ‘punto di acquisto’, Amazon.com ha sviluppato conoscenze uniche sul comportamento di spesa dei consumatori che le hanno permesso di creare un business crescente di pubblicità online”.
“Il potenziale di crescita di storie che, per così dire, non si fermano al primo capitolo – continuano Puglia e Greene -, ma proseguono con il secondo, il terzo e via dicendo, è uno dei fattori che ci rende fiduciosi nelle società in cui abbiamo investito all’interno di questo settore, dall’azienda di software che fornisce soluzioni di e-commerce modulari per le Pmi, a Facebook e altre piattaforme online che sfruttano la propria immensa base di utenti per spingersi nell’ambito in crescita del commercio interattivo e social. Crediamo che, una volta raggiunta la giusta scala, questi operatori di e-commerce dovrebbero esplorare opportunità secondarie nei pagamenti online e advertising targettizzato”.
Guardando ancora più avanti, tra le molte possibilità, secondo i due gestori i dati generati da acquirenti e venditori su queste piattaforme potrebbero costituire la base per diversi prodotti fintech. “In conclusione, il mercato spesso si concentra troppo sul breve termine: al contrario, crediamo che alcune delle migliori opportunità per creare valore derivino dallo sviluppo di una profonda conoscenza delle dinamiche dell’industria e dalla disponibilità ad assumere un orizzonte più lungo su come potrebbe evolvere il percorso di crescita di una società”, concludono.