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Value, uno scudo contro la volatilità

Per T. Rowe Price, gli investitori possono trarre vantaggio dalla diversificazione e dagli attributi difensivi dei titoli value

Il value sta vivendo un momento di rinascita, in uno scenario che vede un’inflazione che potrebbe rimanere elevata e le banche centrali impegnate in un’aggressiva stretta monetaria. Secondo Sebastien Mallet, portfolio manager Global Value Equity Strategy di T. Rowe Price, è importante notare che, nell’ambito del value, gli investitori possono trarre vantaggio dalla diversificazione e dagli attributi difensivi. 

“Una maggiore esposizione ai titoli finanziari, ai servizi di pubblica utilità e ai ciclici permetterebbe di mitigare i peggiori effetti dell’inflazione, offrendo al contempo maggiori livelli di difesa in tempi di rialzo dei tassi e di volatilità dei mercati – spiega -. Nel frattempo, le tendenze a più lungo termine della deglobalizzazione, dell’aumento della spesa fiscale, della transizione ecologica e della costruzione di un nuovo ciclo di investimenti/capacità aggiungono un ulteriore livello difensivo e sostengono l’opportunità di investire a lungo termine”.

Un cambio di regime ancora in fase embrionale

Sono cresciute le preoccupazioni sulla sostenibilità della sovraperformance dei titoli growth rispetto a quelli value, rivelatesi giustificate. “In seguito alla sovraperformance delle aree del mercato orientate al value il divario si è leggermente ridotto, ma in termini storici si sta solo spostando dagli estremi – osserva Mallet -: stando alla nostra convinzione che i mercati presentino cambiamenti di regime, che possono essere sostenuti per lunghi periodi di tempo, l’attuale rally del value rimane breve rispetto ai cicli precedenti. Riteniamo che la pandemia e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia abbiano innescato il prossimo cambio di regime”.

Inflazione e tassi d’interesse elevati, un contesto di supporto per il value

Per il portfolio manager, l’aumento dell’inflazione è una caratteristica significativa del cambio di regime. “Di tutte le crisi economiche vissute negli ultimi tre decenni, si può affermare con certezza che nessuna sia stata caratterizzata da preoccupazioni per un’inflazione incontrollata – sottolinea -. Le pressioni sulla domanda e sull’offerta derivanti dalla pandemia hanno dato il via a un’inflazione decennale, ma sono emerse anche pressioni inflazionistiche strutturali e di lungo periodo. Le richieste salariali stanno aumentando perché i lavoratori cercano di tenere il passo con l’aumento del costo della vita”.

Nel frattempo, lo scenario geopolitico è peggiorato in modo significativo, con il prolungarsi del conflitto tra Russia e Ucraina e l’intensificarsi delle tensioni tra Cina e Taiwan (e successivamente tra Cina e Stati Uniti). Di conseguenza, è probabile che i prezzi dell’agricoltura e dell’energia rimangano elevati e che le rotte commerciali vengano interrotte.

“Ciò – prosegue Mallet – potrebbe accelerare una maggiore indipendenza della catena di approvvigionamento, invertendo ulteriormente la tendenza alla globalizzazione che ha fatto scendere i prezzi per gran parte del XXI secolo. Sono previsti anche maggiori investimenti e spese fiscali, nel tentativo delle autorità di sostenere le economie e i consumatori. La pandemia ha inaugurato un’era di spesa pubblica mai vista prima e riteniamo che ora sarà difficile per i governi discostarsene. Prevediamo che una maggiore quantità di ‘helicopter money’ sarà indirizzata ai consumatori per contribuire a fronteggiare l’aumento dei prezzi, mentre ulteriori investimenti saranno destinati alle infrastrutture per stimolare la crescita e alla transizione verde per rispettare gli impegni di riduzione delle emissioni. La preoccupazione principale per i mercati è che tutti questi fattori portino ad un netto aumento dei deficit di bilancio, facendo crescere ulteriormente le pressioni inflazionistiche”.

Perché il value può brillare in un ambiente più difficile

Nella sua analisi, il portfolio manager di T. Rowe Price evidenzia come l’aumento dell’inflazione e dei tassi si è dimostrato storicamente favorevole ai titoli value: la natura delle aree value del mercato fa sì che esse siano meglio posizionate per difendere gli utili e mantenere i margini di profitto durante i periodi di aumento dei prezzi (utilities, industriali), mentre l’aumento dei tassi avvantaggia direttamente i titoli finanziari.

“L’inflazione raggiungerà il picco quando saranno diminuiti i problemi sul fronte della domanda e i problemi della catena di approvvigionamento si attenueranno – afferma -. Anche in questo caso, prevediamo che l’inflazione si stabilizzerà su livelli più elevati rispetto al passato. Poiché le banche centrali stanno cercando di riportare l’inflazione entro i limiti del 2%, ci aspettiamo che i tassi d’interesse rimangano alti. Un’inflazione più elevata e tassi più alti, tuttavia, non sono un prerequisito per la sovraperformance del value. I diversi tipi di value possono essere efficaci in una varietà di condizioni economiche e di mercato. Sebbene molte parti dell’universo value siano sensibili all’economia, come le banche e i settori industriali ‘altamente ciclici’, comprende anche una buona rappresentanza di settori difensivi, come le utility e altri settori tradizionali con un forte potere di determinazione dei prezzi. Lo abbiamo visto nel 2022, quando i beni di consumo, la sanità e i servizi di pubblica utilità hanno sovraperformato il mercato (esclusi i titoli energetici)”.

I mercati azionari restano complessi, ma il focus rimane invariato

“Il nostro obiettivo rimane quello di trovare le migliori aziende al prezzo giusto e nel momento giusto del loro ciclo – aggiunge Mallet -. Il contesto rimane complesso e gli ostacoli da superare sono molti. Con l’inflazione a livelli così elevati, le aziende devono fare i conti con una scarsa capacità di previsione in termini di costi futuri dei fattori produttivi o di utili societari”.

In questo contesto, i titoli e i portafogli che offrono un cuscinetto contro l’inflazione e che consentono una buona diversificazione possono rappresentare un utile contrappeso, secondo il portfolio manager. “Con molti titoli value che offrono un’asticella bassa da superare in termini di valutazioni, e supponendo che gli Stati Uniti e l’economia globale non cadano in una profonda recessione, il value offre, a nostro avviso, un’interessante opportunità in termini di rischio/rendimento”, conclude.

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