Per La Financière de l’Echiquier la reazione dei mercati è per ora eccessiva. Se Omicron si rivelasse un pericolo di poco conto, le azioni e l’economia riprenderebbero a crescere
Un vento di panico aleggia sui mercati che da qualche giorno accusano pesanti cali. Colpa della nuova variante Omicron, scoperta in Sudafrica, il cui elevato numero di mutazioni induce a temere una maggiore contagiosità rispetto a quella delle varianti finora conosciute, ma anche una minore efficacia dei vaccini disponibili. Ma non c’è da farsi prendere dalla paura, secondo Clément Inbona, gestore di La Financière de l’Echiquier, stando al quale per il momento il flusso di informazioni relative a questa variante è ancora frammentario ed è in gran parte basato su modellizzazioni e non su dati puramente fattuali. Quanto basta per alimentare una reazione eccessiva.
“Va pur detto che questa correzione avviene in condizioni di limitata liquidità, con la chiusura del mercato statunitense giovedì 25 novembre e un orario ridotto venerdì 26 novembre – osserva il gestore -. Così si spiega, in parte, la natura erratica della reazione del mercato. In secondo luogo, questa correzione avviene in un contesto particolarmente favorevole dato che, prima di questo episodio, i grandi indici azionari avevano tutti registrato delle performance superiori al 30% dal 9 novembre 2020, giorno dell’annuncio del primo vaccino contro il Covid-19. Questo movimento rialzista è del resto riuscito ad affrancarsi dal rischio sanitario nonostante un’ondata legata alla variante delta e il riaffiorare di ondate stagionali”.
Al di là delle azioniLe azioni sono titoli rappresentativi del capitale di una so... Leggi, secondo Inbona la reazione è piuttosto caricaturale poiché i tassi d’interesse evidenziano una flessione significativa anticipando una posizione più accomodante delle banche centrali. “Sul versante azionario, i più colpiti sono logicamente i titoli legati alla riapertura dell’economia, mentre quelli legati allo Stay at home lo sono molto meno”, sottolinea.
Benché questa nuova variante possa far temere nuove misure restrittive per la circolazione di persone, beni e servizi, il gestore evidenzia che la crisi sanitaria che stiamo vivendo da quasi due anni ha reso le aziende e i governi più resilienti di fronte a simili ostacoli. “È probabilmente ancora troppo presto per giudicare la legittimità o meno di questa reazione del mercato – precisa -. Innanzitutto perché questa variante è per ora poco conosciuta e il suo impatto ancora poco prevedibile. È preoccupante perché le sue numerose mutazioni riguardano la proteina del virus che è la chiave d’ingresso nel corpo umano. In cambio, nulla si sa al momento della sua pericolosità”.
“Se dovesse diffondersi – conclude Inbona -, sarebbe senza dubbio simile a un incendio boschivo in grado di paralizzare nuovamente l’economia. Se si rivelasse invece un pericolo di poco conto, sarebbe assimilabile a un fuoco di paglia, con le azioniLe azioni sono titoli rappresentativi del capitale di una so... Leggi e l’economia che riprenderebbero a crescere a un ritmo ancora più sostenuto”.