Dal 2023 abbiamo imparato tre lezioni, tra rendimenti obbligazionari, Magnifici 7 e Federal Reserve
Un altro anno è passato e, guardando indietro, abbiamo imparato molto nel 2023. Ecco tre lezioni chiave che gli investitori dovrebbero tenere a mente quest’anno.
Il rendimento è tornato
I rendimenti obbligazionari sono finalmente risaliti. Nel periodo 2013-2021, il rendimento medio del Bloomberg Global High YieldCon il termine High Yield (letteralmente alto rendimento) ci... Bond Index e del Bloomberg Global Aggregate Index è stato rispettivamente del 6,04% e dell’1,57%. Al 15 dicembre 2023, questa misura era pari all’8,36% per l’indice globale high yieldCon il termine High Yield (letteralmente alto rendimento) ci... e al 3,60% per l’indice globale aggregato. Anche se potrebbero scendere, visti i recenti segnali da colomba della Fed, è improbabile che i rendimenti obbligazionari tornino ai livelli anemici degli anni 2010. Almeno finché l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... rimarrà una minaccia. Il rendimento corrente può quindi tornare a essere un elemento utile nei portafogli obbligazionari nel 2024.
I Magnifici 7 dovrebbero essere considerati come una asset class a sé stante
Nel 2023, i Magnifici 7 (Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla) hanno registrato rendimenti enormi e hanno superato in modo significativo i loro omologhi dell’indice S&P 500 e di altri titoli globali. Dato questo enorme divario di performance, riteniamo che i Magnifici 7 debbano essere considerati come una asset class a sé stante.
Le elevate valutazioni di queste sette mega società, che insieme rappresentano quasi il 30% dell’indice S&P 500, hanno distorto le valutazioni complessive dell’azionario statunitense. Sebbene queste valutazioni elevate siano state accompagnate da rendimenti azionari altrettanto elevati, la vera domanda è se i Magnifici 7 saranno in grado di sostenere il livello di redditività ed efficienza che hanno finora mostrato.
La Fed ha cambiato rotta
Il segnale sorprendentemente dovish del Federal Open Market Committee a dicembre, con una previsione di rialzo dei tassi più morbida e proiezioni economiche più basse, è stato uno degli eventi più rilevanti dell’anno. Gli investitori hanno trascorso il 2023 temendo che l’impatto di una politica monetaria più restrittiva avrebbe trascinato l’economia statunitense in recessione. Il recente annuncio del presidente Jerome Powell, secondo cui la Fed dedicherà la stessa attenzione ai suoi due mandati (lotta all’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... e sostegno all’economia), significa che la probabilità di una recessione nel 2024 è notevolmente diminuita.
a cura di Tim Murray, capital markets strategist, Multi-Asset division, di T. Rowe Price