Risparmia

Ecco quanto risparmiare al mese per la pensione integrativa

Fondi pensione o Tfr?

Per i Millennial da 100 a 320 euro a seconda dell’età. La simulazione

Meno di cento euro al mese per una vecchiaia tranquilla. Basta questa cifra a un ventenne per garantirsi una pensione integrativa da circa 1.500 euro, mentre a un trentenne servono circa 170 euro. A rivelarlo è uno studio condotto da Gimme5, la soluzione digitale per la gestione del denaro che permette di accantonare piccole somme attraverso smartphone e investirle in un fondo comune di investimento, che dimostra come sia sufficiente investire piccoli risparmi, calibrati in base alle proprie disponibilità, per costruirsi la propria pensione integrativa. 

Non c’è millennial in Italia che non si sia interrogato almeno una volta con preoccupazione sulla propria pensione e i dati mostrano come questa paura sia fondata. Il ritardo dell’ingresso nel mondo del lavoro, la discontinuità contributiva e la debole dinamica retributiva che caratterizza molte occupazioni sono il mix di fattori che determinerà per questa generazione un futuro previdenziale caratterizzato da pensioni molto basse: secondo Censis e Confcooperative, se la situazione non cambierà, entro il 2050 in Italia ci saranno 5,7 milioni di poveri in più.

L’Italia è anche uno dei Paesi più longevi nel panorama internazionale, con una speranza di vita alla nascita che si aggira intorno agli 82,3 anni (dati Istat) e con una popolazione che invecchia molto rapidamente: entro il 2040, secondo l’Ocse, gli over 60 raggiungeranno il 39,4% della popolazione. Mentre la forza lavoro continua a calare, la spesa pensionistica è in costante aumento: nel 2020 l’Italia ha raggiunto una spesa record pari al 17% del Pil, tra le più alte in Europa. Non sorprende, quindi, che il tasso di sostituzione, il rapporto tra il primo assegno pensionistico e l’ultimo stipendio percepito, oggi pari al 70% circa, secondo l’Inps calerà al 55% entro il 2060.

Questa complessa situazione può, però, essere mitigata dalla previdenza integrativa, se si inizia per tempo a risparmiare ed investire il proprio denaro attraverso un piano di accumulo. Il principale ostacolo a questo tipo di iniziative è l’idea di dover rinunciare a una parte del proprio reddito per qualcosa che è percepito come molto lontano nel tempo. Questo ragionamento, però, non tiene conto del fatto che il vero alleato degli investimenti sia il tempo e che, proprio ragionando in un’ottica di lungo periodo, non sia necessario privarsi di grandi somme in una volta sola. 

Seguendo un Piano di Accumulo del Capitale (PAC), si sceglie di destinare una quota del proprio risparmio mensile alla creazione di un patrimonio che, col tempo, potrà soddisfare obiettivi di investimento a lungo termine. La simulazione effettuata da Gimme5 mostra quale dovrebbe essere la quota mensile di risparmio da investire, per poter beneficiare a 67 anni di una pensione integrativa da 1.500 euro al mese. Ovviamente, l’ammontare della quota da investire varia a seconda dell’età a cui si attiva il proprio Piano. Ai fini della simulazione, è stato assunto un rendimento medio annuo del 5%, che solitamente rappresenta la performance media, nel lungo periodo, di un investimento azionario (dati del “Credit Suisse Global Investment Returns Yearbook 2020”, Credit Suisse, London Business School).

La simulazione mostra che, se si inizia a risparmiare per la pensione a 20 anni, sarà necessario investire meno di 100 euro al mese per tutta la durata della propria vita lavorativa per beneficiare a 67 anni di una discreta pensione integrativa. Se si iniziasse 10 anni dopo, a 30 anni, sarebbe necessario investire una somma ben maggiore (all’incirca 170 euro); a maggior ragione, se si iniziasse a investire a 40 anni, la somma mensile quasi raddoppierebbe (320 euro). Insomma, più tardi si inizia a risparmiare per la propria pensione, maggiore sarà l’importo da dover investire mensilmente per raggiungere lo stesso risultato.

Quando si ha a che fare con gli investimenti, infatti, occorre considerare un “aiutante nascosto”, il tempo: grazie alla forza dell’interesse composto, il capitale cresce più rapidamente. Pertanto, se si ha a disposizione un lungo arco temporale, si può sfruttare quella che Einstein chiamava “l’ottava meraviglia del mondo” per ottenere risultati maggiori. Inoltre, un ampio orizzonte temporale consente di optare per investimenti più volatili che, in base al rapporto rischio-rendimento, determinano un maggiore rendimento potenziale.

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