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Fondi income, così si vince la sfida della volatilità

fondi income

Preferiti soprattutto dai clienti over 50 e più abbienti, secondo i consulenti i fondi income sono destinati a diffondersi. E potrebbero diventare un’alternativa all’immobiliare

Un flusso reddituale regolare e a bassa volatilità, a prescindere dalle condizioni di mercato. I fondi income piacciono sempre di più perché permettono agli investitori italiani, alla ricerca di tranquillità e stabilità del portafoglio soprattutto dopo la pandemia, di ritrovare le caratteristiche una volta appannaggio dei titoli di Stato. A rivelarlo sono gli stessi consulenti finanziari che hanno iniziato a riscontrare un crescente interesse verso questo tipo di strumenti soprattutto da parte dei clienti over 50 e più abbienti.

Da una serie di interviste ai professionisti realizzate da Invesco emerge infatti chiaramente come il settore dei fondi income sia in progressiva espansione, proprio perché può costituire per i clienti una valida e comprensibile alternativa ai conti correnti. Pur restando un punto fermo anti-imprevisti, infatti, la troppa liquidità bloccata comincia ad essere temuta dagli italiani, divenuti ormai consapevoli del rischio di erosione del valore del denaro, come dimostra una recente ricerca condotta da CoreData Research, sempre per conto di Invesco, intitolata appunto “Alla Ricerca di Income”.

Fondi income, la base clienti è destinata ad ampliarsi

“In media ho clienti più anziani che tendono a preferire un reddito e sono più prudenti, a differenza dei giovani che puntano alla crescita del capitale”, spiega un consulente di una banca internazionale. “Gli anziani hanno l’esigenza di godere di quanto hanno accumulato nel corso della loro vita. Di conseguenza, i prodotti income continueranno a svolgere un ruolo importante tra le generazioni più anziane”, aggiunge, precisando per come è prevedibile che parallelamente all’aumento dell’aspettativa di vita, crescerà anche la domanda di questi fondi con la base di clienti che inevitabilmente si amplierà nel tempo. 

In particolare, come sottolinea un consulente finanziario personale di una banca fintech, sono i clienti di fascia medio-alta a preferire questi strumenti . “Tendono ad avere meno denaro sul conto – chiarisce – e mi chiedono consigli sulla gestione dei risparmi, avendo altri conti correnti per la liquidità altrove. Utilizzano i fondi obbligazionari per finalità di cash flow e trasferiscono poi tali flussi nei piani di accumulo”. 

Bilanciato è meglio

Come spiegano praticamente tutti i professionisti della gestione degli investimenti, i clienti italiani sono generalmente avversi al rischio: l’idea di subire una perdita, anche in un contesto di guadagni, li rende ansiosi. “Sono pertanto più inclini a non accettare l’idea che esista una forte volatilità. E se parliamo di obbligazioni, una perdita è ancora più impensabile”, spiega un consulente.

Ma il Covid ha portato alcuni cambiamenti. “La pandemia ha offerto un’opportunità straordinaria per rivedere e adeguare in misura rilevante i nostri portafogli modello, uscendo dall’obbligazionario e assumendo posizioni un po’ più aggressive. Inoltre ci ha indotto a cambiare e allungare l’orizzonte temporale d’investimento dei nostri clienti”,  osserva un professionista.

D’altra parte sono ormai tutti consapevoli che una gestione prudente delle obbligazioni di per sé non consente di avere un reddito senza erodere il portafoglio. “I fondi income dovrebbero costituire una componente dei portafogli dei miei clienti principalmente per consentire il reinvestimento del reddito in azioni”, argomenta un consulente, aggiungendo che l’orizzonte di investimento in questi fondi non può però essere di breve termine.

Insomma, i clienti ora sanno, dopo quanto è successo per anni con i titoli di Stato, che se vogliono un reddito accettabile, devono aggiungere una componente azionaria. “Il risultato migliore è pertanto un approccio bilanciato – sottolinea un altro professionista -. E se proprio si vuole solo obbligazioni, allora bisogna aggiungere componenti estere, come la Cina per esempio”.

Fondi income: come l’immobiliare, ma meglio

Inoltre, secondo i professionisti, i fondi income sono una valida alternativa al mattone. “Ai miei clienti ricordo che un investimento immobiliare comporta rischi come per esempio l’illiquidità e altre spese rilevanti che riducono il canone di locazione. Tale canone può essere facilmente replicato da un fondo income senza tutti i problemi associati a un investimento immobiliare”. 

Ma se la passione per i titoli di Stato sta scemando, quella per gli immobili resta immutata. “La combinazione di un’esposizione immobiliare e obbligazionaria riduce il rischio aumentando la diversificazione”, suggerisce quindi un professionista.

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